8 Novembre 2012

Crollo Halloween: “Mio figlio ha rischiato di morire, chi ha sbagliato deve pagare”


“Quello che mi fa rabbia in questa vicenda è che dopo il crollo della balaustra al Castel di Poggio, mio figlio non è stato aiutato nemmeno da un adulto responsabile della festa, ma solo dai compagni che gli sono stati vicino fino all’arrivo dei soccorsi. Dodici ragazzi sono rimasti feriti, rischiando la vita, per colpa della disgustosa cupidigia di coloro che senza il minimo rispetto degli altri non hanno rispettato le norme di sicurezza. Queste persone è giusto che paghino per gli errori che hanno commesso”. Chiede giustizia Laura Niccolai (l’intervista integrale nel video), madre di Niccolò Arcangioli il 16enne giocatore delle giovanili del Prato rimasto seriamente ferito durante la notte di Halloween nell’incidente al Castel di Poggio, dove era stata organizzata una festa alla quale hanno partecipato molte più persone di quante fossero previste nelle norme di sicurezza. Niccolai, come altri genitori i cui figli sono rimasti coinvolti nel crollo della balaustra, ha sporto denuncia e vuole che venga fatta luce sulla vicenda. “Non auguro a nessuno di ricevere all’una e mezza di notte una telefonata dal cellulare di tuo figlio e sentire all’altro lato della cornetta la voce di un’altra persona – spiega Niccolai – Credo sia un incubo per ogni genitore, perchè pensi subito al peggio. E purtroppo per mio figlio è stato davvero così quella sera. E’ stato operato d’urgenza alla testa per la presenza di un ematoma, come emerso a seguito di una tac. Per fortuna tutto è andato bene e dopo una settimana di ospedale in cui è stato tenuto sotto osservazione, proprio ieri è stato dimesso. Ha ancora un vistoso taglio sulla testa ma l’importante è che adesso stia bene”.
Arcangioli, uno dei più promettenti giocatori del vivaio del Prato, con alle spalle anche un’esperienza nelle fila della Juventus, non potrà però nell’immediato tornare a giocare a calcio. “I medici hanno detto che ci vorranno almeno due/tre mesi – spiega la madre di Niccolò – Lui ha una voglia matta di tornare a giocare e a segnare (è un attaccante, ndr) ma per il momento deve stare tranquillo. Al massimo potrà cominciare ad approcciarsi allo sport facendo palestra o piscina”. La solidarietà nei confronti di Niccolò comunque non è affatto mancata. Dai compagni di squadra del Prato, ai dirigente e mister della società biancazzurra, ma gli amici di scuola e nella vita di tutti giorni: in tantissimi sono andati a trovarlo all’ospedale o gli hanno scritto su Facebook. “Devo ringraziare davvero tutti – conclude Niccolai – E’ anche grazie a loro se Niccolò è riuscito a superare al meglio questa vicenda”.

Stefano De Biase