Sarà una fondazione al femminile, perfettamente in linea con la giornata odierna in cui si festeggia l’8 marzo e la donna. L’istituto internazionale di storia economica Francesco Datini avrà presto un nuovo presidente. Si tratta di Irene Sanesi, 42enne ricercatrice, iscritta all’ordine dei commercialisti, che subentrerà a Pietro Vestri che ricopre l’incarico dal 1995. Sanesi, già vicepresidente dell’istituto, sarà la prima donna al comando della fondazione che nei prossimi mesi cambierà anche sede trasferendosi a palazzo Datini nell’ambito di un progetto di maggiore sinergia con la Casa Pia dei Ceppi, storica istituzione datiniana.
Ma le novità in chiave femminile non finiscono qui. La fondazione infatti con il progetto Roses (Rosa shocking economy & society) si aprirà ad una membership composta da donne e al momento sono già una trentina le imprenditrici e non solo che hanno manifestato interesse al progetto. Lo scopo è quello di attrarre sempre di più l’attenzione del mondo culturale attorno alle attività della fondazione, nel solco di Margherita Datini, la moglie del mercante pratese. Ed è proprio intorno a Margherita che ruota il progetto che punta ad aprire la fondazione a nuovi soci e anche ad allargare l’orizzonte alla vicina Firenze. “Del resto – dice Irene Sanesi – Margherita era fiorentina e ci piacerebbe rinsaldare questo rapporto nel nome di Datini creando un ponte tra Prato e il capoluogo. Abbiamo già una bozza di accordo con Palazzo Strozzi, dove sicuramente faremo una delle iniziative legate al progetto Roses. Margerita, poi, rappresenta l’antesignana della donna moderna. Fu molto vicina al marito seguendone gli interessi quando lui era lontano. Non solo quelli domestici ma anche quelli commerciali. Per fare questo volle imparare a scrivere e si applicò per avere un’istruzione che all’epoca alle donne era negata”.
Irene Sanesi, con il direttore dell’istituto Giampiero Nigro, ha le idee chiare sul futuro della fondazione: “Per gli enti culturali – dice – deve iniziare una fase nuova. Resa necessaria dai tagli alla cultura, che anche quest’anno ci imporranno scelte dolorose. E’ il momento, quindi, di dare una svolta: gli enti devono diventare efficienti ma devono anche essere un’occasione di rilancio per la città. Un po’ come avviene in tante altre realtà dell’Europa e del mondo. Per fare questo, però, è necessario coinvolgere la città nel progetto. I pratesi devono sentire la fondazione come qualcosa di proprio. Deve nascere un attaccamento alle istituzioni culturali che, a loro volta, devono coinvolgere sempre di più i singoli e dimostrare di fare qualcosa per il bene di tutti”.
Un punto questo, sul quale Irene Sanesi insiste: “Nel mio modo di vedere – dice – la cultura non rappresenta tanto il fiore che abbellisce i rami dell’albero, bensì è le radici stesse della pianta. Senza cultura, quindi, l’albero – la città – muore. Per questo è importante che le istituzioni mantengano il loro impegno, per un senso di responsabilità verso queste eccellenze culturali, ma al tempo stesso anche i singoli devono fare la loro parte”.
Il nuovo corso della fondazione Datini verrà presentato in occasione della tradizionale Settimana di studi, che quest’anno si aprirà il 22 aprile e sarà dedicata al tema “Assistenza e solidarietà”. Ma di pari passo con le novità nella governance, l’istituto vuole proseguire il cammino di arricchimento scientifico che ha portato il suo sito internet ad avere un milione e mezzo di contatti da tutto il mondo. Così, come ha spiegato Giampiero Nigro, presto nel comitato scientifico potrebbe entrare anche uno studioso cinese per allargare il campo della ricerca anche all’Oriente.
Claudio Vannacci