15 Febbraio 2012

Sequestri Sasch, scontro politico sul curatore fallimentare-ex candidato Sel


Il giorno dopo la notizia dei sequestri di tutti i beni della famiglia del sindaco Cenni, a tenere banco è la polemica legata al ruolo di curatore fallimentare Sasch di Evaristo Ricci, già candidato come indipendente alle ultime elezioni amministrative per Sinistra ecologia e libertà. Secondo Cenni, il commercialista avrebbe dovuto rinunciare all’incarico. Il presidente del Tribunale Genovese, che quell’incarico lo ha deciso, risponde che è stata una scelta tecnica. “Nelle nomine che facciamo – prosegue Genovese – contano solo gli aspetti professionali e non certo quelli politici. Se guardassimo a queste cose – aggiunge con un pizzico di ironia il presidente del Tribunale – allora in questo caso avremmo applicato la par condicio: l’altro curatore fallimentare Sasch è infatti Leonardo Castoldi, che lavora in studio con Giovanni Luchetti, esponente del Pdl. I due curatori conclude Genovese – hanno agito sempre in piena concordia, a dimostrazione della loro professionalità”.
Genovese rivela anche di aver respinto la disponibilità di Ricci a rimettere il mandato dopo le polemiche innescate dal coordinatore del Pdl Mazzoni, il quale aveva annunciato un’interrogazione parlamentare sul caso. Polemiche che vengono ora rinfocolate dalle parole dell’assessore Aldo Milone, il quale sostiene che i rumors dei mesi scorsi su imminenti provvedimenti della magistratura nei confronti del sindaco, trapelati in ambienti di centrosinistra, sarebbero da ricondurre alla comune frequentazione di Evaristo Ricci e Massimo Carlesi ad un gruppo di preghiera. In proposito Carlesi smentisce di aver mai appreso dal curatore fallimentare notizie riguardanti il procedimento Sasch; definisce quelle di Milone “ricostruzioni che superano ogni forma di fantasia e di presunzione” e riferisce di aver dato mandato ad un legale per valutare un’eventuale querela nei confronti di Milone.
Evaristo Ricci preferisce non commentare le parole dell’assessore alla sicurezza. Il commercialista si dice sereno e sottolinea di aver sempre agito sulla base di considerazioni tecniche sull’azienda Sasch, in accordo con l’altro curatore fallimentare, su delega di un giudice del Tribunale e con il vaglio successivo di un altro giudice, che ha confermato atti come il sequestro conservativo dei beni.

Sulla questione interviene anche Sinistra ecologia e libertà, che in una nota si chiede “Perché Cenni e Mazzoni non si sono espressi sull’altro curatore fallimentare, Castoldi, che lavora in studio con l’esponente PDL Luchetti?”.
“Castoldi e Luchetti non hanno mai svolto la loro attività nello stesso studio professionale – risponde Mazzoni – E comunque, anche se così fosse stato, sarebbe comunque sbagliato voler appiccicare un’etichetta politica a Castoldi. Sono certo che i curatori fallimentari a Prato non vengono scelti col manuale Cencelli, ma non posso che ribadire tutte le mie perplessità sulla scelta di Ricci” conclude Mazzoni.

Dario Zona