Premio Santo Stefano, sabato 18 febbraio la cerimonia di consegna al Museo del Tessuto


Seconda edizione del premio Santo Stefano, il riconoscimento istituito per valorizzare le aziende che si sono contraddistinte per la tenuta e il rilancio del lavoro a Prato. L’iniziativa è promossa da Diocesi, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, che hanno inteso sottolineare come la cultura e l’operosità del distretto pratese è ancora capace di fare impresa in modo etico e rispettoso dei valori del lavoro e della concorrenza.

La cerimonia di consegna dello «Stefanino d’oro», chiamato anche così, alla stregua del noto Ambrogino milanese, è in programma sabato 18 febbraio a partire dalle 10,30, al Museo del Tessuto. Prestigio al premio è dato da una lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato al Comitato promotore, riconoscendo all’iniziativa una speciale «menzione d’onore».

Lo svolgimento della cerimonia è stato presentato questa mattina dal Comitato promotore. «Questo premio è importante perché spesso ci dimentichiamo la capacità che Prato ha di reagire – ha detto il vice sindaco Goffredo Borchi –, di essere una città che non si ripiega e non rinuncia a crescere. L’iniziativa vuol essere un segnale, quello di non abbandonarsi alla logica di un declino».
«Di segno di speranza concreto per tutti il distretto, per chi lavora e fa impresa, un invito a credere ancora, magari con più forza, in noi stessi», sono le parole del vice presidente della Provincia Ambra Giorgi, che ha sottolineato come il premio sia «un modo per dare valore, e stare accanto, a chi, spesso con grande fatica, difende il lavoro e promuove innovazione».
Il consigliere della Camera di Commercio Giovanni Nenciarini nota come «ci sia ancora una grande volontà di andare avanti e con forza, non solo nel tessile, che rimane la principale vocazione di Prato, ma anche in altri settori».
Il rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Claudio Caponi, ricorda come sia fondamentale per il corpo sociale del territorio «essere uniti», e che «nella storia millenaria di questa città, pur nelle differenze, si è sempre trovato accordo sul tema dell’impresa e del lavoro».
Infine il vescovo Gastone Simoni, primo sostenitore dell’istituzione del premio, è tornato sul tema della speranza e sul fatto che «essa è vana se non c’è concordia». Per il Vescovo è fondamentale per Prato «non pensare solo ai problemi ma anche alle soluzioni, non vedere solo la crisi ma impegnarsi per uscirne. Mettiamoci insieme – ha concluso mons. Simoni – usciamo dalle polemiche e aspiriamo alla concordia, solo così usciremo dall’esodo in cui ci ha portato questa crisi».

Sei le aziende premiate, i cui nomi sono stati annunciati lo scorso 26 dicembre, solennità di Santo Stefano, patrono della città e della diocesi, dal vescovo Gastone Simoni in cattedrale. Le ricordiamo: L’Accessorio Faliero Sarti, Lenzi Egisto Spa, Pontetorto Spa, la Casa di cura Villa Fiorita srl, G. I. Metal srl e Piacenti Spa. Le prime tre sono ditte tessili e le altre appartengono ad altri settori, a dimostrazione della sempre più vasta e forte diversificazione dal distretto tradizionale. Nel corso della cerimonia saranno rese note le motivazioni che hanno spinto il Comitato promotore a scegliere queste sei aziende.
Ospite della premiazione sarà il prof. Riccardo Varaldo. Già preside della Facoltà di Economia all’Università di Pisa, Varaldo ha ricoperto importanti incarichi gestionali in grandi aziende italiane, come la Nuovo Pignone e Alleanza assicurazioni, è presidente della Società italiana di marketing e autore di numerose pubblicazioni scientifiche in tema di economia industriale e management strategico. Varaldo nella sua relazione farà un’analisi puntuale della situazione economica del distretto pratese. Esporrà dati e commenterà questa delicata fase congiunturale. Il suo intervento si preannuncia come fonte di dibattito cittadino.
La novità di quest’anno è il premio vero e proprio. Si tratta un’opera d’arte, una scultura realizzata dall’artista pratese Gabriella Furlani. Sei pezzi unici, in bronzo, raffiguranti Santo Stefano, la città e i simboli del lavoro.

Le aziende premiate

Tre aziende tessili, che confermano la vocazione del distretto pratese, tre ditte che si sono ritagliate in tre distinti settori, un ruolo di primaria importanza.
Creata all’inizio degli anni Novanta, la divisione «L’accessorio Faliero Sarti» dell’omonimo lanificio, è guidata da Monica Sarti. Le sciarpe, prima realizzate dall’azienda soltanto per le grandi firme internazionali, sono ora divenute competitive autonomamente sul mercato del capo finito. Gli accessori della Faliero Sarti sono presenti sia in quattro negozi monomarca (Firenze, Porto Rotondo, Cortina, Milano) sia nelle boutique del mondo. L’azienda ha sede a Campi Bisenzio, appena fuori dal confine di Prato.
Da oltre un secolo la Lenzi Egisto realizza tessuti di alta qualità. L’azienda, fondata nel 1898, ha sede a Vaiano e fa parte insieme alla Tessitura di Vaiano srl, alla Tessuti industriali srl e alla Safin srl del Gruppo Tessile Lenzi Egisto. Attualmente è guidata da Roberto Fenzi. Numerose le linee di produzione, dalle protezioni tessili per l’antinfortunistica e la balistica, a quelle per il mondo militare, fino al fashion e al tessuto non tessuto.
La Pontetorto nasce nel 1952 a Montemurlo. È guidata dalla famiglia Banci, alla seconda generazione. Ai tessuti classici, dai primi anni Ottanta si è aggiunta la produzione del pile: Pontetorto fu tra le prime aziende ad investire in questo nuovo tessuto. L’azienda opera nel mercato mondiale anche grazie alla presenza di due sedi di rappresentanza all’estero: a San Pietroburgo in Russia e a Seattle negli Stati Uniti.
Passiamo alla G.I. Metal di Marco D’Annibale. Aperta nel 2005 a Montemurlo, l’azienda ha una seconda sede negli Stati Uniti e una terza in Brasile. È leader nella produzione di utensili professionali per la ristorazione, in particolare per le pale da pizza; produce anche carrelli di servizio per ristoranti, alberghi e comunità. L’azienda ha anche ideato il bauletto riscaldato con un sistema in fibra di carbonio per mantenere a temperature e umidità corrette le pizze durante le consegne a domicilio.
Nata da una bottega artigiana nel 1875, la Piacenti Spa svolge attività di progettazione ed esecuzione nel campo del restauro e della conservazione di edfici tutelati, monumentali e beni di interesse storico-artistico. In particolare si segnalano le particolari competenze nelle pitture murali e nelle opere lignee. La sede operativa si trova in via Marradi a Prato; più di recente sono state aperte due imprese controllate in Russia. Alla guida Gianmarco, uno dei fratelli Piacenti.
Infine la Società Casa di Cura Villa Fiorita. Svolge attività sanitaria di ricovero e cura dei pazienti dal 1957. In questi anni ha incrementato la propria attività e l’offerta alla città di Prato. Da una ventina d’anni è riconducibile alle famiglie Bardazzi e Danti. Attualmente la Casa di cura garantisce oltre 7000 ricoveri programmati all’anno per patologie non urgenti grazie a cinque sale operatorie e circa 120 posti letto. I dipendenti sono 170, quasi tutti donne.

Le sculture di Gabriella Furlani
Gabriella Furlani con il premio Santo Stefano
Una fiamma alimentata dall’ardore del lavoro. Un’ala spiegata, pronta a spiccare il volo. La palma del martirio di Stefano, patrono della città. Può avere molteplici interpretazioni l’opera realizzata da Gabriella Furlani, lo «Stefanino d’oro» di questa seconda edizione. Sei sculture, sei pezzi unici, rifiniti ognuno in modo originale.
Si tratta di una scultura in bronzo a due facce, da una parte è scolpita l’immagine di Santo Stefano e dall’altra si vede la città, raffigurata nelle sue caratteristiche principali, ovvero con il Duomo, le fabbriche, la biblioteca Lazzerini, ma anche con simboli religiosi come la Sacra Cintola (emblema di Prato) e alcuni dedicati al mondo del lavoro. La pratesità del premio è confermata anche dalla sua composizione: per fare la base delle sculture in bronzo sono stati usati ciottoli del Bisenzio.
Lo scorso anno le ditte vincitrici ricevettero una medaglia realizzata da Vincenzo Gennaro, quest’anno il Comitato ha scelto la Furlani, nota in particolare per le sue doti pittoriche. Tra i suoi interventi più importanti ricordiamo la riqualificazione della cappella dove fu battezzato Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, a Concesio nel bresciano. A Prato la Furlani ha lavorato nella chiesa di Capezzana, ha ideato la cappella a Villa Martelli a Iolo, per le suore domenicane e nel monastero di San Vincenzo, dove ha realizzato il telo che ricopre il crocifisso miracoloso di Santa Caterina de’Ricci.