Nessun debito; nessuna pendenza. Ma una rapina orchestrata da cinque balordi senza fissa dimora, degenerata in un violento omicidio. E’ il quadro in cui – secondo gli inquirenti – è maturato il delitto che è costato la vita a Andrea Manzuoli, l’operaio di 45 anni – ex clochard – trovato cadavere lo scorso 2 gennaio all’interno della ditta in cui lavorava, la Cartotecnica Beusi, in via Vannucchi al Macrolotto.
Le persone fermate con l’accusa di concorso in rapina e omicidio sono Antonio Peluso, 35enne pratese, il cui arresto è stato già convalidato dal gip, e i rumeni Sander Varoj e Isofache Zamfirel. Ad altri due rumeni, Virgil Vasile Puscasu, 26 anni, e la sorella Ekaterina Puscasu viene contestato soltanto il concorso in rapina. Alcuni di loro avrebbero già fatto delle ammissioni. I carabinieri hanno recuperato un coltello – con ogni probabilità l’arma del delitto – e parte degli oggetti rubati durante la rapina: il cellulare di Manzuoli e i due computer trafugati all’interno della ditta, che erano stati già rivenduti. Ad aiutare le indagini è stato anche un testimone, che ha raccolto delle informazioni e ha messo sulla strada giusta gli inquirenti. Il procuratore Piero Tony ha descritto i cinque indagati come “estremamente pericolosi, senza lavoro, senza contesto familiare, persone disposte a tutto – perfino a uccidere – pur di lucrare quattro lire”.