Inchiesta Csn, Calissi si difende e risponde a Soldi: “Bilanci trasparenti e assunzioni regolari”


“Nessuna malversazione: i contributi pubblici assegnati dal Comune al Centro di scienze naturali servivano, non soltanto per la cura degli animali, ma anche per molte altre attività  realizzate dalla Fondazione Csn, pienamente rispondenti agli scopi e le finalità previste dallo statuto”. Si difende così Massimo Calissi, ex presidente del Centro di scienze naturali di Galceti, indagato – assieme all’ex direttore Gilberto Tozzi – per il reato di malversazione.
Secondo la Procura, in quattro anni, soltanto un quarto dei finanziamenti di Regione e Comune al Csn (in tutto un milione e seicentomila euro) sono stati destinati alla cura della fauna, e la maggior parte del bilancio (poco più di un milione di euro) serviva per le spese legate al personale. Spese che secondo Calissi erano funzionali all’apertura del parco e alle varie attività didattiche, scientifiche e culturali che vi si tenevano.
Calissi spiega inoltre che i bilanci preventivi e consuntivi del Centro di scienze naturali erano regolarmente approvati dal consiglio di amministrazione, sottoposti al vaglio del consiglio dei sindaci revisori e all’approvazione del consiglio comunale.
Sulla vicenda del Csn interviene anche Leonardo Soldi, vicecoordinatore della commissione di indagine sulle assunzioni negli enti partecipati. Il consigliere leghista denuncia che tutti e 5 i dipendenti in forza al Centro sono stati assunti per chiamata diretta. “Un metodo discutibile e di certo poco trasparente, magistralmente avallato dal centrosinistra che amministrava il Comune di Prato. Inoltre l’assunzione di alcuni dipendenti non è stata neppure deliberata dal Consiglio di amministrazione” – afferma Soldi, che contesta anche l’applicazione del “superminimo” ai dipendenti, un istituto che “garantisce uno stipendio base più alto di quello previsto dal contratto nazionale di lavoro applicato”. L’ex presidente del Csn risponde che le assunzioni sono state fatte nel pieno rispetto della legge, che consente alle Fondazioni di procedere per chiamata diretta. Quanto ai superminimi, secondo Calissi, si è trattato di un riconoscimento “una tantum” di poche decine di euro, concesso ai dipendenti, a seguito di un avanzo di bilancio, che non poteva figurare come utile.