22 Febbraio 2012

Contraffazione e pirateria in campo commerciale, oggi l’audizione delle associazioni di categoria presso la Commissione parlamentare


Si è tenuta oggi a Roma l’audizione delle associazioni di categoria pratesi da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale; è stato così recuperato, con le scuse della Commissione, l’appuntamento con le imprese che non ebbe luogo in occasione della visita a Prato della Commissione stessa. Da parte degli intervenuti – Claudio Bettazzi vicepresidente di Cna, Marco Pieragnoli funzionario di Confartigianato/Rete Imprese Italia-Prato e Giovanni Moschini vicedirettore dell’Unione Industriale Pratese – è stato illustrato il documento elaborato in comune ed ispirato alla preoccupazione del mondo economico pratese per la crescita esponenziale di fenomeni come il contrabbando, la contraffazione e le molteplici forme assunte dall’illegalità nel distretto pratese. Tali fenomeni, hanno sottolineato i rappresentanti delle imprese, colpiscono i semilavorati non meno dei prodotti finiti. Non si è mancato di evidenziare come i settori più colpiti dal fenomeno – il tessile-abbigliamento e la pelletteria – risentano pesantemente delle specifiche dinamiche alimentate dalle imprese cinesi, con una mole imponente di denaro e di merci di provenienza spesso non chiara. Da parte della Commissione sono state recepite con interesse le informazioni relative alla sostanziale non-integrazione fra la produzione locale di semilavorati tessili e le confezioni e maglifici cinesi, solitamente utilizzatori di tessuti e filati provenienti dalla Cina; rilevanti sono stati ritenuti anche i dati che evidenziano la natura di piattaforma logistica low cost del “distretto parallelo”. Si assiste infatti nel tempo ad un aumento molto più accentuato delle quantità esportate rispetto al loro valore: nel 2005 la quota export di Prato sul dato export nazionale di tailleur, vestiti, insiemi, gonne, giacche, pantaloni da donna assommava al 2,3% in valori e al 4,7% in quantità; nel 2010, mentre la quota cresce al 5,2% in valori, arriva al 16,3% in quantità. Il fenomeno è ancora più accentuato per le blouses e camicette per donna, dove si riscontra una quota export dell’1,7% in valori e del 3,2% in quantità nel 2005 che arriva al 6,9% in valori e addirittura al 21,7% in quantità nel 2010. E’ stato sottolineato il fenomeno della sottofatturazione, con prodotti importati a prezzi inferiori al valore delle materie prime impiegate per realizzarli: le associazioni hanno manifestato disponibilità a collaborare con le autorità per individuare strumenti adeguati ad individuare e contrastare questa specifica irregolarità. Anche le diversità Europa-Cina, penalizzanti per l’export verso il paese asiatico e pericolose per l’utilizzo da parte dei consumatori occidentali, in materia di parametri ecotossicologici hanno formato oggetto di discussione. L’incontro si è concluso con reciproche attestazioni di soddisfazione. L’auspicio da parte delle imprese è che venga intensificata la lotta a fenomeni di illegalità che sono particolarmente deleteri per un distretto che cerca di affrancarsi dalla crisi utilizzando soprattutto la leva della qualità.

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