Uno dei più pericolosi latitanti albanesi, che deve scontare 27 anni e 8 mesi di carcere per rapine, estorsioni, lesioni, sequestri di persona, sfruttamento della prostituzione, è stato arrestato dalla squadra mobile di Prato in un appartamento di via Zarini. L’uomo, Massimiliano Banaj, 50 anni, era tornato da qualche tempo in città, per vendicare l’omicidio del nipote, il trentenne Leka Claudon, ucciso a colpi di pistola nel luglio scorso a Valona per mano di di due killer in sella ad una moto. Nella comunità albanese si era infatti sparsa la voce che almeno uno dei due possibli assassini fosse presente a Prato. Ad allertare la polizia, ad agosto, è stato un altro zio della vittima, il fratello di Banaj, che ha chiamato il 113 dicendo di aver visto uno dei due killer. Gli agenti hanno identificato la persona sospettata, Dermiciai Genci, e l’hanno arrestata perchè su di lui pendeva una condanna a un anno e otto mesi per droga. Quanto al delitto di Valona, per il momento l’inchiesta della polizia albanese sono a carico di ignoti.
Le indagini della squadra mobile pratese, condotte nell’ambito della comunità albanese, anche con l’aiuto di intercettazioni telefoniche, hanno accertato che il latitante girava da qualche tempo in città, ogni sera, in cerca di vendetta. Era stato visto, armato di pistola, in un circolo a Montemurlo; assieme alla moglie (al quinto mese di gravidanza) e al figlio di otto mesi aveva trovato ospitalità dai propri familiari, in una casa di via Zarini, dove vivevano la madre, la sorella e una nipote con due bambini. Proprio su quest’ultima hanno fatto leva i poliziotti per preparare il blitz: quando la donna è andata a prendere i bambini a scuola, gli agenti l’hanno fermata prendendole le chiavi di casa. I poliziotti hanno così fatto accesso nell’abitazione e hanno messo in sicurezza il latitante, un colosso alto un metro e novantacinque per 120 chili di peso, che ha dovuto arrendersi al cospetto di dodici agenti. Banaj, latitante dal 2005, responsabile di più rapine e sequestri di persona fra Prato e Pistoia, è stato così arrestato. Le indagini proseguono per accertare se i suoi propositi di vendetta possano essere tuttora portati avanti da alcuni complici; la Questura di Prato è in costante contatto con la polizia albanese anche per definire il quadro esatto dell’omicidio di Leka Claudon, che da Prato – dove aveva dei precedenti per droga – era tornato in Albania per vendere auto. Un viaggio senza ritorno.