Dopo lo smontaggio per l’apertura del cantiere per la realizzazione del raddoppio del Centro Pecci, uno dei simboli più interiorizzati dell’arte contemporanea a Prato, la colonna di Anne e Patrick Poirier, sarà temporaneamente ospitata dalla Camera di Commercio di Prato in un terreno di proprietà della stessa in viale Montegrappa. Gli artisti francesi Anne e Patrick Poirier hanno stretto il loro sodalizio umano e professionale negli anni Sessanta. Da allora hanno intrapreso viaggi alla scoperta di antiche civiltà scomparse, inserendo nel proprio lavoro i temi dell’archeologia, della storia e del mito. La forma monumentale della colonna, proposta in opere di quel periodo, rimanda ai “grandi sogni collettivi” attraverso i quali in passato si sono provate a rappresentare le forze esterne o a spiegare le pulsioni interne all’uomo.
Uno di questi miti è il combattimento sovrumano “tra gli dei e i giganti… tra le forze telluriche e le forze celesti, le forze dell’ordine e quelle del caos, dell’ombra e della luce” (Poirier). Rientra in questo ambito la realizzazione dell’imponente e luccicante colonna d’acciaio realizzata all’inaugurazione del Centro Pecci (1988), inossidabile come il metallo di cui è fatta e scomposta come se avesse subito un crollo.
“Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci – dice il presidente Valdemaro Beccaglia – è lieto della collaborazione con la Camera di Commercio di Prato per restituire alla città un’importante opera d’arte pubblica. La monumentale colonna d’acciaio di Anne e Patrick Poirier, realizzata per il giardino del museo e smontata per dare avvio all’ambizioso progetto di ampliamento che consentirà in futuro di esporre la collezione e di migliorarne le offerte culturali, in questo periodo trova collocazione all’ingresso del parco fluviale del Bisenzio, in un’area prossima al museo, nell’intento di avvicinare ulteriormente la città al suo patrimonio artistico contemporaneo. Si tratta di un patrimonio che va difeso e diffuso, perché rappresenta quello che siamo e quello che sappiamo. Concepita come un segno distintivo del museo, l’opera è diventata nel corso degli anni un simbolo di Prato, della sua capacità di innovare nel solco di una forte tradizione, di aggiornarsi culturalmente perché la sua storia sia duratura e la sua identità si rafforzi nel tempo. La colonna è formalmente caduta, ma il suo ricordo e la sua sostanza sono indistruttibili. Prato deve e può recuperare le proprie forze, intellettive, propositive, e guardare con rinnovata fiducia al proprio futuro”.