Da oltre 50 anni vivono nella colonica di Capezzana coltivando la terra e allevando animali. Ma l’immobile e il fondo di un ettaro, prima riconducibili all’Opera Pia Salvi Cristiani, dal 1999 sono divenuti di proprietà del Comune, che nella scorsa legislatura, con la Variante Declassata, ha deciso di costruire qui 180 appartamenti. Così, la famiglia Giuliani – moglie, marito due figli e la loro nonna – hanno ricevuto stamani la seconda visita dell’ufficiale giudiziario, che assieme a un dirigente e funzionario comunale, hanno notificato un provvedimento di sfratto. Secondo i Giuliani, che hanno beneficiato per 28 anni della trasformazione in automatico dell’antico contratto di mezzadria in affitto, e che in passato hanno anche trattato con le precedenti amministrazioni per comprare la casa colonica, il Comune avrebbe ancora delle pendenze. I Giuliani chiedono l’indennizzo anche per la perdita di undici ettari di terreno (fra il parcheggio Nenni, l’Ippodromo, la zona dell’attuale Omnia Center e via di Reggiana) che facevano parte della proprietà Salvi Cristiani, e sono stati riacquisiti dal Comune negli anni scorsi per essere appunto destinati ad altre opere. L’azienda agricola di Capezzana da anni è divenuta un punto di riferimento per produzioni di filiera corta, come il pane con grano Verna o l’allevamento dei bovini di razza calvanina, e per iniziative sociali, come la festa della battitura del grano e il progetto della fattoria didattica per le scuole. Domenica ci saranno anche tanti bambini alla manifestazione che porterà in centro a Prato, coltivatori, cittadini e varie associazioni, per sostenere la causa dei Giuliani e chiedere scelte diverse a sostegno dell’agricoltura.