Ieri donne operaie e insegnanti emigrate dal nord e dal sud Italia, oggi mamme con figli in cerca di una sistemazione protetta e temporanea. Cambia la destinazione ma non la vocazione della «Casa della Giovane Santa Caterina de’Ricci», opera nata nel 1950 per volere di mons. Eugenio Fantaccini. Con un accordo sottoscritto da Diocesi e Comune di Prato, la struttura in piazza San Francesco viene messa a disposizione dell’Assessorato alle politiche sociali per far fronte alle crescenti richieste di un alloggio da parte di donne con bambini. Una sistemazione temporanea richiesta da persone che attraversano un difficile momento economico che ha minato la solidità familiare.
«Le strutture che il Comune ha in convenzione per questo tipo servizio sono sature – spiega l’assessore al sociale Dante Mondanelli – e così ci siamo accordati con la Diocesi per gestire e utilizzare la “Casa della Giovane”, un luogo accogliente e dotato di molti posti letto».
Soddisfatto dell’operazione si è detto il vescovo Gastone Simoni che ha sottolineato «la continuità del servizio che questa opera segno della Diocesi continua a dare nei confronti delle donne». Per mons. Simoni la «Casa della Giovane», «ha il compito di tamponare una nuova emergenza, sempre più preoccupante, quella delle giovani, in maggioranza madri, che per motivi familiari, sociali o economici sono senza un posto dove andare e quindi a rischio»
La struttura e l’accordo
Posta all’interno degli spazi dell’ex convento di San Francesco, la «Casa della Giovane» è stata inaugurata nel 2007 – prima di allora si trovava nei locali del monastero di San Vincenzo -, ha a disposizione 42 posti letto suddivisi in 14 camere. C’è un’ampia cucina, con sei punti fuoco, una lavanderia e spazi in comune, come sale da pranzo e una sala riunioni. Una struttura nella quale gli ospiti possono trovare serenità e una sistemazione adeguata alla propria riservatezza.
Secondo l’accordo il Comune si accolla la gestione e si fa carico delle spese per l’utilizzo. Il contratto sottoscritto è quello di un comodato d’uso della durata di un anno. Si tratta dunque di un progetto sperimentale, eventualmente rinnovabile. Il costo è di oltre 100 mila euro.
«Con questa collaborazione – sottolinea Mondanelli – vogliamo dare un segnale alla città e far vedere che le istituzioni difendono la coesione sociale e hanno attenzione ai più bisognosi».
L’emergenza alloggiativa, i piani del Comune
La mancanza, più o meno improvvisa, di un alloggio è un problema sempre più frequente, acuito da questo perdurante momento di crisi. Dall’Assessorato fanno sapere che lo scorso anno, rispetto al 2010, le richieste di un aiuto, anche solo temporaneo, sono aumentate del 20%. Attualmente sono circa cento i nuclei familiari sistemati dai Servizi sociali in strutture convenzionate. Fin dall’inizio del suo mandato l’Assessore Mondanelli, che ha anche la delega per le politiche della casa e delle assegnazioni popolari, ha approntato vari progetti per garantire a chi ha bisogno la possibilità di avere un alloggio.
«Entro la fine gennaio faremo un bando per l’assegnazione di 50 alloggi a Tavola, destinati a giovani coppie – annuncia Mondanelli – e inoltre stiamo per mettere a punto un regolamento, in accordo con la Regione, chiamato “Contributo Scanso Sfratto”, per aiutare le persone morose, che hanno perso il lavoro per licenziamento o grave malattia, a pagare l’affitto ed evitare così di lasciare le proprie case».
«Casa della Giovane», brevi cenni storici
Finisce dunque la destinazione originaria dell’opera dedicata alla Santa di Prato. Fino allo scorso dicembre ospitava donne, quasi tutte italiane, provenienti dalle regioni del sud, giunte a Prato per motivi di lavoro, la maggior parte erano insegnanti e infermiere. L’accordo prevede anche che rimarranno nella struttura le due operatrici volontarie, Silvana Curto e Lucia Scrimali, missionarie vincenziane laiche appartenenti all’Associazione «Al pozzo di Sichar». La loro presenza – sono responsabili della Casa da cinque anni, da quando è stata trasferita in San Francesco – di supporto e assistenza sarà a disposizione delle nuove ospiti.
Fu mons. Eugenio Fantaccini nel 1950 a fondare la «Casa della Giovane Santa Caterina de’Ricci» come «Pensionato delle giovani operaie». Fino al ’73 fu affidata alle monache di S. Vincenzo. Quando queste lasciarono, il Vescovo Fiordelli la affidò alle Spigolatrici della Chiesa: per quasi 30 anni è stata diretta da Federica Mungioli. Nel 2007 il passaggio in S. Francesco e la gestione venne affidata, grazie all’intuizione di mons. Eligio Francioni, all’Associazione missionaria vincenziana «Al pozzo di Sichar».
«Quando siamo arrivate noi la vocazione della struttura era la stessa – dicono le due responsabili – accogliere giovani donne giunte a Prato per motivi di studio e lavoro. Prima erano operaie tessili, poi la maggior parte erano insegnanti o infermiere».
Adesso le richieste sono cambiate. Cresce il bisogno di un alloggio temporaneo per mamme e figli in difficoltà. Ecco la nuova destinazione della «Casa della Giovane».
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