Ventinove spacciatori sono stati arrestati dalla squadra mobile nell’ambito di un’indagine della Procura di Prato, partita nel 2009 e condotta attraverso numerose intercettazioni telefoniche e appostamenti. In carcere sono finiti 20 magrebini, tra cui l’autoproclamatosi “re degli spacciatori marocchini di Prato” e la compagna italiana. Sei pratesi, che da assuntori di droga erano divenuti a loro volta spacciatori, sono finiti agli arresti domiciliari; mentre due sorelle milanesi hanno ricevuto l’obbligo di dimora. Proprio Milano era il punto di approvvigionamento della droga: cocaina, hashish ed eroina; in tutto la polizia ha sequestrato 2,6 chili di stupefacente. A Prato lo spaccio al dettaglio avveniva in vari quartieri (tra cui il Soccorso, Viaccia, Galciana) e con diversi sotterfugi: un pusher marocchino gestiva le operazioni dall’interno di una tenda canadese, nascosta fra i canneti sulle rive del Bisenzio all’altezza di viale Galilei. Altre 15 persone, destinatarie di ordinanza di custodia cautelare, sono tuttora ricercate dalla polizia, che ha avuto il compito non facile di rintracciare i magrebini, tutti clandestini. Quattro di loro sono stati traditi dalla passione per il calcio: la polizia li ha arrestati in un bar di Prato mentre assistevano alla partita di Coppa d’Africa Marocco – Tunisia. I clienti, molti dei quali cocainomani, erano italiani di tutte le estrazioni sociali: tra di loro anche un autista della Cap e un avvocato penalista, che si sarebbe fatto pagare le parcelle professionali con alcune dosi di polvere bianca. Molti degli arrestati avevano precedenti specifici, come il “re dei marocchini di Prato”, già oggetto di un procedimento per droga del 2006. Quando gli agenti sono tornati ad arrestare lui e la compagna, hanno trovato le dosi nascoste perfino nei cuscini del letto.