Oltre 100 mila euro. È Quanto paga annualmente la Chiesa pratese, nelle sue vari componenti, per l’imposta comunale sugli immobili, ovvero l’Ici, ribattezzata Imp, imposta municipale propria, dalla manovra Monti. Per la Diocesi, quella del pagamento della tassa su edifici di sua proprietà adibiti ad uso commerciale, è una prassi di legge sempre seguita ma purtroppo, a causa delle nuove polemiche su Chiesa ed esenzione dall’Ici, la Curia ha voluto rendere noto quando versa al fisco in tal senso. Sull’ultimo numero del settimanale Toscana Oggi, in edicola domani, ci sono due pagine dedicate all’argomento, dove si vede chiaramente, grazie alle ricevute pubblicate sulle pagine del giornale, l’ammontare di quanto dovuto. Si legge così che l’ente diocesi, che possiede soltanto Palazzo vescovile e la Villa del Palco, esenti da Ici per finalità di culto, paga 8372 euro annue di Ici, dovute per l’affitto dei fondi commerciali al piano terra del Palazzo, tra cui la Libreria Cattolica. Il Seminario, proprietario di alcuni appartamenti e del cinema Borsi in via San Fabiano, paga 11908 euro all’anno. Quasi dodici mila euro versano due istituti, quello per il sostentamento del clero, quello per l’educazione religiosa, proprietari di appartamenti dati in affitto e di un fondo commerciale. Molto più alte le cifre pagate per la Casa per ferie la Versiliana, 23 mila euro, e per la casa per anziani Villa Maria Assunta, che sborsa oltre 32 mila euro all’anno di Ici. Questi ultimi due casi smascherano una delle bugie più grosse e ripetute da più fronti: basta che in un albergo ci sia una cappellina per avere l’esenzione. Anzi è vero il contrario, anche la cappelle della Versiliana e di Villa Maria Assunta sono soggette all’imposta.