Blitz a Iolo nella ditta “fantasma”: a gennaio era stata chiusa a Narnali ma l’attività proseguiva nella nuova sede
Una ditta cinese “fantasma” è stata scoperta e chiusa ieri mattina nell’ambito di un controllo interforze coordinato dalla questura. Si tratta della stessa ditta che, lo scorso gennaio, era stata controllata a gennaio e, nell’occasione, chiusa. Nonostante questo, però, l’attività dell’azienda era proseguita come se niente fosse, con l’unica accortezza di spostarsi dal capannone di Narnali, allora sequestrato, a quello di Iolo dove ieri mattina si è verificato il controllo. Addirittura sui timbri e la documentazione contabile trovata durante l’ispezione, era ancora riportata l’indicazione topografica della precedente sede. Insomma, una vera e propria azienda fantasma che impiegava 11 dipendenti, dei quali quattro risultati clandestini (compresa una donna con un figlio di appena un anno che ieri era con lei al lavoro) e sette non regolarmente assunti.
La titolare della ditta è una cinese di 37 anni, formalmente residente a Teramo e in questo periodo assente dall’Italia. La donna è stata denunciata sia per l’impiego della manodopera clandestina sia per le irregolarità urbanistiche che hanno portato la polizia municipale a sequestrare anche questo capannone. L’immobile, infatti, presentava i tipici abusi edilizi con la costruzione di 11 angusti cubicolo dormitorio con pannellature in cartongesso per un totale di 22 posti letto. Trovata anche una cucina di fortuna, mentre è stata riscontrata l’assenza di qualsiasi elemento per la sicurezza nei luoghi di lavoro: dalle maniglie antipanico agli estintori, dall’impianto elettrico non a norma all’assenza del materiale per il primo soccorso. Sequestrati, oltre al capannone, anche 27 macchine professionali. I tecnici dell’Asm hanno quantificato in almeno 8 metri cubi la quantità di rifiuti produttivi da smaltire, naturalmente a carico del titolare della ditta.