La scuola integra culture. La Provincia fa il punto
sull’accoglienza degli alunni stranieri


Sono passati quattro anni da quando tutti i 57 istituti scolastici del territorio provinciale (33 statali e 24 parificati) firmarono insieme alla Provincia, alle amministrazioni comunali, alla Regione Toscana e agli Uffici scolastici regionale e provinciale l’intesa sull’accoglienza degli alunni stranieri. Quattro anni di intenso lavoro che hanno costruito con efficacia una governance del sistema scolastico superando l’emergenza con laboratori linguistici e culturali a cui partecipano ogni anno 3.300 studenti fra stranieri e italiani e percorsi formativi per gli insegnanti.
Proprio per fare il punto sul Protocollo d’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole pratesi e individuarne risultati e prospettive la vice presidente della Provincia di Prato Ambra Giorgi ha promosso una giornata di confronto nella sede dell’istituto Gramsci-Keynes a cui ha partecipato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Toscana Salvatore Allocca.
“Il protocollo sull’accoglienza, a cui abbiamo deciso di dare un nome distintivo e che quindi d’ora in poi si chiamerà Progetto SIC (la scuola integra culture), in questi quattro anni di applicazione ha compiuto passi importanti, è riuscito a far salire alla nostra scuola i difficili gradini che dall’emergenza portano a una sistema efficiente di accoglienza – ha detto la vicepresidente Giorgi – Adesso dobbiamo aprire un nuovo ciclo, affrontando le criticità, anzitutto il rapporto con le famiglie degli studenti stranieri, essenziale anche per aggredire la piaga dell’abbandono nella scuola superiore, e promuovere la collaborazione fra i diversi livelli del sistema scolastico”.
“Tutta la storia dell’uomo è fatta di contaminazione culturale, dobbiamo evitare però che le culture si mangino fra loro e lavorare insieme ai nuovi cittadini – ha aggiunto l’assessore Allocca – La scuole non serve solo a insegnare, ma è una delle più importanti ‘agenzie culturali dove si costruiscono valori e Prato non può essere che un laboratorio. E’ per questo che stiamo facendo un percorso integrato anche all’interno della Regione per non far mancare a questo progetto neanche un euro rispetto al contributo che la Regione ha sempre garantito, nonostante i tagli e l’incertezza sull’assetto istituzionale dei prossimi due anni”.
L’assessore del Comune di Prato Rita Pieri, che coordinerà la sessione del pomeriggio, ha aggiunto che “Prato non può assolutamente fare a meno del protocollo, essenziale per garantire accoglienza e qualità. In questi anni molto è stato fatto – ha concluso – ma il camino è ancora lungo e uno degli obiettivi futuri dovrà essere senz’altro una maggiore attenzione alla scuola materna, segmento educativo dove abbiamo la più alta incidenza di stranieri”.
Ampio il dibattito di questa mattina, con la partecipazione del sindaco del Comune di Vaiano Annalisa Marchi, di Francesca Fani dell’Unione industriale pratese, Lucia Benozzi dell’ufficio scolastico regionale, Roberto Macrì, presidente della Fondazione Opera Santa Rita, Hong Chen, rappresentante della comunità cinese e Qamil Zejnati, rappresentante della comunità albanese. Come si accennava nel pomeriggio si apre una seconda sessione A scuola di convivenza: il tempo dell’inclusione, presieduta dall’assessore alle Pubblica istruzione del Comune di Prato Rita Pieri, nel corso della quale intervengono Graziella Favaro, pedagogista e coordinatore scientifico di Sesamo didattica interculturale e Cristina Magelli, presidente del coordinamento dirigenti scolastici della provincia. La sessione sarà conclusa da un dibattito.
La giornata è stata anche un’occasione anche per presentare il sito, appena nato, del progetto SIC. All’indirizzo web www.scuolaintegraculture.prato.it si possono trovare informazioni sui partner e sui progetti presentati e realizzati dalle varie scuole nell’ambito della rete. Il sito si propone anche come spazio di confronto e condivisione non solo per gli addetti ai lavori ed è già partita anche una news letter a cui ci si può iscrivere attraverso il sito stesso.
La scuola a Prato rappresenta non solo il punto di riferimento educativo e formativo della comunità, ma anche un vero e proprio laboratorio di multiculturalità, cioè di programmazione e gestione della complessità sociale. Orientamento, formazione per gli insegnanti, laboratori per gli studenti e sostegno alle famiglie sono le azioni cardine su cui in questi anni è cresciuto l’approccio integrato all’accoglienza. Adesso la sperimentazione diventa sistema consolidato e investe nello sviluppo.

QUATTRO ANNI DI LAVORO – L’impatto del protocollo ha agito sulla costituzione di nuove reti rafforzando quelle esistenti e favorendo l’attivazione di sinergie volte alla condivisione di buone prassi e alla progettazione condivisa, ma ha anche permesso di ottimizzare le risorse disponibili, integrando l’impegno di regione Toscana, provincia e Comuni con un conseguente effetto moltiplicatore. Si è lavorato su un approccio integrato allievo/famiglia sia per l’orientamento sia per il riconoscimento delle competenze acquisite nella scuola del paese di origine. Lo strumento del laboratorio è stato utilizzato per l’alfabetizzazione (sviluppo della conoscenza della lingua italiana) per l’apprendimento intensivo dell’italiano prima dell’inserimento scolastico e per lo sviluppo interculturale. Sono state attivate azioni di sistema per il sostegno alle famiglie, con oltre 300 genitori coinvolti nelle attività di educazione degli adulti e la partecipazione di 150 studenti al progetto innovativo Family Friendly. Azioni anche per la formazione di operatori del sistema (docenti, perdonale ATA, mediatori culturali, facilitatori linguistici) e la documentazione e la diffusione delle esperienze. Inoltre le convenzioni con L’Università di Parla, e prima con l’Università per gli stranieri di Siena, per i corsi sulla didattica della lingua italiana a stranieri (certificazione DITALS) e con l’Università Ca’ Foscari di Venezia (certificazione CEDILS e CEFILS), hanno visto la partecipazione attiva di insegnanti di ogni ordine e grado.

I NUMERI DELLA SCUOLA INTERCULTURALE – Prendendo a riferimento l’anno scolastico 2010-2011, troviamo 6.971 alunni di cittadinanza non italiana iscritti alle scuole della provincia, con una incidenza del 19,7% sulla popolazione scolastica complessiva (che conta 35.362 alunni). Ampio è il superamento sia dell’incidenza media nazionale (7,5%) che di quella regionale (10,9%). Tra le province italiane, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat e relativi al 2009/10, Prato (17,7%) è al primo posto come percentuale di stranieri sul totale degli studenti, seguono Mantova (17,4%), Piacenza (17,3%), Reggio Emilia (15,7%) e Brescia (15,6%). Rispetto all’anno scolastico 2002/03 gli alunni stranieri presenti nelle scuole pratesi sono più che raddoppiati, passando da 2.714 unità (il 9% degli iscritti di allora) a 6.971, cioè 4.257 studenti in più (+156%). In generale poi le dinamiche migratorie (compensando la riduzione dei contingenti di ragazzi nati negli anni ’90) e i più elevati tassi di fecondità delle donne straniere hanno determinato una forte crescita della popolazione scolastica pratese. Oggi sono 89 le cittadinanze presenti, i cinesi (3.077) rappresentano il 44% degli alunni stranieri, seguono albanesi (20%), rumeni (7%), marocchini (6%) e pakistani (4%), quindi nigeriani, bengalesi, peruviani, tunisini, ucraini, ivoriani e filippini.

LA RISORSA SCUOLA E LE CRITICITA’ – La scuola rappresenta una grande risorsa per costruire il futuro di una società compiutamente multiculturale. Non mancano però gli elementi di criticità, per esempio la non sempre adeguata conoscenza della lingua italiana da parte soprattutto degli alunni non nati in Italia (poco più di un quarto nella scuola primaria, ma nella scuola secondaria di primo e di secondo grado si arriva rispettivamente al 63% e al 79%). I risultati scolastici dei nati in Italia infatti si avvicinano a quelli degli italiani, in terza media è in ritardo rispetto al corso di studio regolare il 9% degli italiani e il 25% degli stranieri nati in Italia e ben il 65% dei nati all’estero. C’è poi la difficoltà di rapporti con le famiglie degli alunni stranieri, la discontinuità dei percorsi scolastici determinata anche dall’elevata mobilità territoriale delle famiglie straniere e l’elevato abbandono scolastico prematuro nei primi due anni della scuola secondaria di secondo grado. Una recente indagine dell’Osservatorio Scolastico provinciale ha evidenziato che 54 studenti stranieri su 100 abbandonano gli studi senza aver conseguito il diploma o la qualifica professionale e senza aver frequentato un corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regione. A Prato il tasso di abbandono scolastico prematuro è pari al 20% (tra gli studenti italiani la percentuale è del 17,8%), a fronte di un dato nazionale del 19,7% e regionale del 16,9% (l’obiettivo Lisbona 2010, riproposto come obiettivo Europa 2020 è di restare sotto il 10%).