«È stato una grazia per tutti noi e ha influito fruttuosamente nell’animo e nel cuore della gente, per il suo servizio sacerdotale esercitato a lungo da vivo e ora da morto». Il vescovo di Prato Gastone Simoni ha ricordato con affetto mons. Eligio Francioni. In una cattedrale piena di gente si sono svolti questo pomeriggio i funerali del vicario generale della Diocesi di Prato. A concelebrare le esequie, insieme a mons. Simoni, anche il vescovo emerito di Fiesole mons. Luciano Giovannetti – compagno di seminario di Francioni ad Arezzo –, il vicario generale della Diocesi di Pistoia mons. Paolo Palazzi, mons. Dante Carolla in rappresentanza dell’arcivescovo di Firenze Betori e i sacerdoti diocesani. Presenti le istituzioni cittadine con il sindaco di Prato Roberto Cenni, il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri, i sindaci dei Comuni presenti nel territorio della Diocesi pratese e le autorità militari. E tantissima la gente, le persone comuni, che hanno partecipato ai funerali di colui che per tutti era conosciuto semplicemente come «il Vicario». Proprio «alla moltitudine di pratesi addolorati che da lunedì fino a questa mattina sono venuti a pregare e a portare un saluto a don Eligio» ha fatto riferimento, ringraziandoli, il vescovo Simoni nella sua omelia. «Abbiamo ricevuto tanti messaggi, lettere e telegrammi di cordoglio da parte di vescovi, sacerdoti, comunità religiose, autorità e da gente comune, tantissima», ha detto il presule, che poi ha aggiunto: «Questa è la sua gloria visibile, il riconoscimento delle sue virtù da parte della Chiesa, della società di Prato e delle tante parti del mondo con le quali era in contatto». Sul feretro erano poste, insieme ai Vangeli, anche la stola e la mantellina «paonazza» dei canonici della cattedrale, dei quali per molti anni mons. Francioni era stato primicerio. Uno dei tanti incarichi che il Vicario ha ricoperto nel corso dei suoi 55 anni di servizio sacerdotale alla Chiesa di Prato. Nel corso dell’omelia mons. Simoni ha voluto descrivere colui che dal 1992, anno del suo arrivo nella Diocesi pratese, è stato il suo più stretto collaboratore, probabilmente il decano dei vicari italiani con 34 anni consecutivi di mandato. «Lavoratore indefesso e operoso, esperto conoscitore e servitore della Chiesa, questo è stato don Eligio, uomo trasparente e fedele» ha detto ancora il vescovo Simoni che ha voluto anche leggere alcuni passi del testamento spirituale di mons. Francioni, aperto questa mattina: «Nel quale egli ringrazia Dio per la serena castità con la quale ha vissuto il suo sacerdozio e la fede forte che è sempre riuscito ad avere in tutti questi anni».
Composti e commossi i familiari di mons. Francioni, «la parrocchia della sua famiglia», come l’ha definita mons. Simoni, ai quali il Vicario era legatissimo, a cominciare dalle sorelle, Elia e Giuliana, con le quali ha vissuto fino all’ultimo istante della sua vita. Una malattia, quella che ha colpito il Vicario, da lui vissuta con «dolore composto e sereno, nel silenzio e nella preghiera, nell’abbandono totale all’intercessione della Madonna», ha concluso mons. Simoni. Al termine della celebrazione in segno di saluto le associazioni d’arma hanno suonato il silenzio. Il corpo è stato sepolto nel cimitero di Chiesanuova, nel vialetto centrale, davanti alla cappella. Per la concessione di questo spazio mons. Simoni ha ringraziato pubblicamente il Comune di Prato.