Prato le tenterà tutte pur di non tornare sotto l’egemonia di Firenze. Con l’abolizione della Provincia all’orizzonte, le istituzioni cittadine si stanno mobilitando per evitare che la città laniera perda quell’autonomia conquistata dopo tanti anni di dura battaglia. Autonomia che significa anche e soprattutto uffici territoriali come Prefettura e Questura che verrebbero a mancare. La decisione del Governo di abolire le province con meno di 300 mila abitanti o con una superficie fino a 3 mila chilometri quadrati ha spinto Comune e Provincia ad intraprendere un percorso con la vicina Pistoia. Come dire, meglio accorparsi con Pistoia che tornare sotto Firenze. Ipotesi attualmente non percorribile perché nessuna delle due province, Prato e Pistoia, raggiunge i requisiti minimi previsti dal decreto del governo. Ma l’intenzione è quella di non lasciare nulla di intentanto. Domani è in programma un doppio vertice Prato-Pistoia. In mattinata, a palazzo Banci Buonamici, il presidente della Provincia di Prato, Lamberto Gestri, incontrerà la collega pistoiese, Federica Fratoni. Nel primo pomeriggio invece il sindaco Roberto Cenni si recherà a Pistoia per incontrare il primo cittadino Renzo Berti.
Intanto maggioranza ed opposizione chiedono che Prato faccia sentire la sua voce. “La prima cosa da fare è quella di ottenere la difficile correzione del provvedimento, cercando di far valere proprio la particolarità socio-economica di Prato” afferma il presidente del gruppo consiliare Pdl Roberto Baldi, secondo il quale “occorre agire compattamente con dimostrazioni di richiamo nazionale e con soluzioni ragionevoli, realizzabili”. Mentre il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Massimo Carlesi, chiede una riunione urgente della conferenza dei capigruppo. “Il consiglio comunale si muova compatto e chieda a Governo e Parlamento di valutare la particolare situazione di Prato” afferma Carlesi.