Quasi come il gol di Varutti nella semifinale con L’Aquila del maggio scorso. In quel caso la gioia era arrivata all’ultimo secondo, nel caso odierno invece – anche se si trattava dell’ultimo giorno utile – c’erano ancora alcune ore di margine. I termini per depositare la domanda di ripescaggio in Lega scadevano alle 19, ed il Prato ha consegnato la fatidica domanda nel pomeriggio.
E così anche il Prato si candida per un ripescaggio in Prima Divisione. La società si è riservata tutto il tempo a disposizione per decidere poi, nell’ultimo giorno utile, ha portato la documentazione. Il patron Andrea Toccafondi alla fine ha deciso di inoltrare la richiesta, nonostante si fosse mostrato scettico a più riprese, visto il precedente. Due anni fa, dopo la sconfitta in finale col Giulianova, fu rassicurato da Macalli in persona, presentò domanda ma poi non fu ripescato. Stavolta però la situazione sembra diversa.
Oltre al Prato hanno presentato la domanda Ternana, Avellino, Sud Tirol, Pro Vercelli, Savona e Poggibonsi. Cinque – per ora -i posti liberi in Prima Divisione, anche se pendono alcune situazioni. Il possibile ricorso al Tar dell’Atletico Roma che contesta l’esclusione dal campionato e la posizione dell’Alessandria, deferita per responsabilità diretta nella vicenda del calcioscommesse. Stando così le cose le possibilità che il Prato possa essere ripescato sono buone.
L’ultima parola spetta però al consiglio federale, che si riunirà il 4 agosto. In quella data finalmente si saprà in quale categoria giocherà il Prato. Ma il passo fatto da Toccafondi è significativo ed importante e l’opera di convincimento del vicepresidente Radici ha avuto effetto. Accontentando così anche le migliaia di tifosi biancazzurri che chiedevano a gran voce uno sforzo economico per presentare la domanda, che ha comportato un esborso di 1milione e 400mila euro.
Un gesto che potrebbe avere due effetti. Riportare al Lungobisenzio la C1 e i tifosi.