Assemblea Cna, il sindaco Cenni apre al Centro di ricerca italo-cinese sul tessile


Un confronto diretto sul futuro del distretto, tra il presidente della Regione Rossi, il sindaco Cenni, il presidente della Provincia Gestri, i vertici locali e nazionali di Cna, e l’economista e sociologo Aldo Bonomi. Infrastrutture, competitività, riforme. Nell’assemblea annuale della Cna – intitolata “Oltre la crisi di Prato” – sono stati numerosi i temi in discussione. Il presidente Rossi, che ha ribadito l’intenzione di opporsi all’introduzione del ticket sanitario di 10 euro sulle visite specialistiche previsto in Finanziaria, ha difeso l’accordo siglato con il ministero cinese per far nascere in Toscana un centro di ricerca italo-cinese sul tessile. Rossi non ha risparmiato qualche stilettata agli oppositori del progetto, industriali in primis.
Il sindaco Cenni ha fatto proprie le perplessità degli industriali, ma ha aperto al Centro di ricerca italo-cinese a condizione che gli eventuali frutti che possano emergere dall’accordo – brevetti, innovazioni di processo – vengano poi impiegati a Prato, e non in Cina.
Soddisfatto per l’apertura del sindaco, anche il presidente della Provincia Lamberto Gestri: “Non possiamo solo subire importazioni di prodotti dalla Cina – ha detto -. Come istituzioni dobbiamo aiutare le nostre piccole aziende a crescere e ad essere presenti su un mercato ricco come quello cinese, che vuole prodotti toscani e pratesi”.
Nella sua relazione, il presidente di Cna Anselmo Potenza ha chiesto a gran voce alla politica di sviluppare le infrastrutture, aeroporto di Firenze in primis, ha detto si al centro di ricerca italo-cinese, e ha chiesto un’attenzione particolare per le imprese di edilizia del territorio, travolte dalla crisi. “Stamane – ha affermato Potenza – annunciamo l’apertura di una campagna  permanente verso le Amministrazioni locali affinché sia applicato il decreto legge che ha portato il così detto sottosoglia, cioè l’affidamento di lavori pubblici negoziato senza pubblicazione di bando, ad 1 milione di euro. Questo non risolverà la crisi, ma certamente è uno strumento per dare all’imprenditoria locale una boccata di ossigeno”.