Accordo lontano fra Comune e Regione sui 43 milioni per l’area dell’ospedale
Le incognite legate al nuovo ospedale per intensità di cura e il futuro della sanità pratese sono state al centro del consiglio comunale straordinario tenutosi oggi pomeriggio. A tenere banco è stata anche la questione dei 43 milioni di euro che il Comune, secondo un accordo di programma del 2005 avrebbe dovuto riconoscere alla Asl in cambio della cessione dell’attuale ospedale. La giunta Cenni ha da subito disconosciuto quell’accordo, ma ancora un’intesa con la Regione non è stata raggiunta al punto che ieri il Partito democratico ha sostenuto che il Comune dovesse mettere a bilancio risorse da girare alla Asl, onde evitare un eventuale commissariamento.
“Abbiamo già detto che riteniamo decaduto quell’accordo, per la scadenza dei termini della procedura di affidamento dei lavori del nuovo ospedale – afferma il sindaco di Prato Roberto Cenni -. Su questo c’è un confronto aperto con la Regione. Vedremo di trovare una soluzione tenendo conto delle esigenze della Asl e soprattutto del futuro urbanistico dell’area, la sua riqualificazione e l’intento di aprire una nuova porta di accesso e di collegamento con il centro”.
Sulla questione l’assessore regionale alla Sanità Daniela Scaramuccia si è espressa così: “Assieme all’amministrazione comunale abbiamo iniziato un percorso per rivedere l’accordo di programma, in modo tale da consentire alla Asl di valorizzare parte del vecchio ospedale per una quota almeno pari ai 43 milioni di euro, cioè quanto previsto e messo a budget per il nuovo ospedale. Avevamo deciso assieme di avviare un tavolo tecnico. C’è stata una riunione del tavolo tecnico il 5 maggio e ho scoperto che il Comune di Prato non si è presentato. Mi auguro che ci sia stato un impegno dell’ultimo momento e che non ci sia la volontà di mettere i bastoni fra le ruote. Il problema esiste. Spero che sia giunto il momento di risolverlo”.
Il presidente della Società della Salute Mondanelli ha elencato i problemi della sanità pratese: liste d’attesa lunghe, servizi territoriali inadeguati, incognite sui reparti di eccellenza nel passaggio al nuovo ospedale e quote sanitarie insufficienti da parte della Regione, anche in considerazione della massiccia presenza di immigrati in città.