Sulla vicenda del Creaf intervengono Pdl e Lega Nord. Il capogruppo Pdl in Provincia Cristina Attucci, e il segretario provinciale Riccardo Mazzoni scrivono in una nota: “Da tempo abbiamo gettato un forte grido di allarme sulla situazione del Creaf: finalmente qualcosa comincia a muoversi con la denuncia della commissione del Consiglio provinciale che ha messo a nudo questo vero e proprio scandalo politico. 22 milioni di euro gettati dalla finestra per una semplice operazione immobiliare, senza alcun risvolto concreto per la città. Dopo oltre sei anni non c’è né ricerca, né formazione, né uno straccio di idee e progetti, ma soltanto oneri finanziari da rimborsare”. “Adesso Gestri ha soltanto due strade: o prende le distanze dalla vicenda e dai suoi protagonisti, facendosi promotore di un chiarimento vero e completo, oppure riconosce di non avere il coraggio e la libertà di farlo e allora ne tragga le dovute conseguenze”. – concludono Mazzoni e Attucci.
Matteo Santini, capogruppo della Lega Nord in Provincia a Prato afferma: “Il Creaf è un pozzo senza fondo ed è lampante che i soldi dei contribuenti siano stati spesi male. Nella conferenza stampa di fine 2009, il Presidente Gestri, sosteneva che ‘l’anno che verrà sarà l’anno della concretezza’. Siamo ormai a fine aprile di due anni dopo – afferma Santini – e la concretezza della sinistra è sotto gli occhi di tutti. Purtroppo – conclude il capogruppo del Carroccio pratese in Provincia –, in giro vedo solo molte cassandre e pochi che abbiamo il coraggio di affrontare i problemi del distretto pratese con proposte concrete”.
Sulla vicenda del Creaf intervengono Pdl e Lega Nord. Il capogruppo Pdl in Provincia Cristina Attucci, e il segretario provinciale Riccardo Mazzoni scrivono in una nota: “Da tempo abbiamo gettato un forte grido di allarme sulla situazione del Creaf: finalmente qualcosa comincia a muoversi con la denuncia della commissione del Consiglio provinciale che ha messo a nudo questo vero e proprio scandalo politico. 22 milioni di euro gettati dalla finestra per una semplice operazione immobiliare, senza alcun risvolto concreto per la città. Dopo oltre sei anni non c’è né ricerca, né formazione, né uno straccio di idee e progetti, ma soltanto oneri finanziari da rimborsare”. “Adesso Gestri ha soltanto due strade: o prende le distanze dalla vicenda e dai suoi protagonisti, facendosi promotore di un chiarimento vero e completo, oppure riconosce di non avere il coraggio e la libertà di farlo e allora ne tragga le dovute conseguenze”. – concludono Mazzoni e Attucci.