Ampliare e frazionare la casa
si può, ecco il piano del Comune

Fino al 31 dicembre 2011 sarà possibile ampliare le case costruendo volumetrie aggiuntive del 20% della superficie utile lorda (compresi garage, annessi, seminterrati) e contemporaneamente procedere a frazionamenti immobiliari, ove previsto dagli strumenti e dai regolamenti urbanistici. E’ la novità  principale degli indirizzi varati dal Comune di Prato per l’applicazione del Piano casa del governo. I possibili ampliamenti riguardano case monofamiliari, bifamiliari e piccoli condomini fino a 350 metri quadrati complessivi. Per i 5 anni successivi all’eventuale frazionamento, sarà esclusa la possibilità di ulteriori frazionamenti e cambi di destinazione d’uso.
La seconda opportunità concessa dal Piano Casa è la demolizione e ricostruzione di edifici residenziali o a destinazione mista, con incremento del 35%. Anche in questo caso il regolamento comunale ha ampliato la gamma di possibili interventi: la percentuale della presenza di destinazioni diverse da quella residenziale è stata innalzata dal 25 al 35%, una quota che può essere mantenuta o modificata se consentita dallo strumento urbanistico.
Per poter effettuare entrambe le tipologie di lavori basta presentare la richiesta di Dichiarazione di inizio attività entro il 31 dicembre 2011 e non è più previsto l’obbligo dell’accatastamento alla data del 31 marzo 2009.
«E’ un’occasione da cogliere in un momento di crisi economica e di stasi del mercato immobiliare a causa del prezzo delle case e dei mutui sempre meno accessibili – spiega l’assessore comunale all’urbanistica Gianni Cenni – Attraverso questo provvedimento diamo una risposta alle famiglie che hanno bisogno di ampliare la propria abitazione o di frazionarla, andando anche incontro ad un’esigenza sociale».
Dal 2009 ad oggi nell’ambito del Piano Casa gli interventi richiesti sono stati un centinaio, per un incremento di superficie complessivo di 2.291 mq e volumetrico di 6.873 metri cubi, con incasso per il Comune di 550mila euro di oneri di urbanizzazione.