Via libera al modello Toscana per l’accoglienza delle persone che verranno spostate da Lampedusa. No alla realizzazione del mega-campo di Coltano, presso Pisa, e sì a dieci centri di prima accoglienza, che potranno ospitare circa 500 persone, tutte identificate. Questo l’esito degli incontri avuti oggi a Roma dal presidente della Regione Enrico Rossi alla Conferenza Stato Regioni prima e al Viminale poi, con il ministro dell’interno Maroni. Un protocollo di intesa che sarà siglato da ministero dell’interno, prefettura di Firenze e Regione Toscana definirà i compiti di ciascuno. Il ministero si farà carico dei costi dell’operazione e degli aspetti logistici e di sicurezza, la Regione, attraverso la protezione civile, dell’accoglienza e dei controlli sanitari. I centri di accoglienza sono stati proposti dalla Regione di intesa con le amministrazioni locali e sono stati accolti dal ministro. Verranno gestiti anche con l’aiuto delle associazioni di volontariato. Gli ospiti potranno rimanervi temporaneamente, in attesa di rimpatrio, del riconoscimento dello status di rifugiato o di ricongiungimento con familiari che risiedono in altri paesi europei. Il presidente Rossi ha infine richiesto che a tutti venga riconosciuto lo status previsto dall’articolo 20, che consente un permesso di soggiorno temporaneo. Le destinazioni degli immigrati saranno concertati fra Regione e amministrazioni locali. Prato non avrà centri di accoglienza. “E’ una scelta di buon senso e una vittoria non soltanto del Comune – afferma Giorgio Silli, assessore all’integrazione – ma anche degli stranieri che hanno già intrapreso un percorso di integrazione in città”. Il Presidente della Provincia Lamberto Gestri conferma che in questa prima fase nei comuni pratesi non saranno accolti gruppi di stranieri, e ribadisce la disponibilità a cercare sul territorio provinciale piccole strutture per l’accoglienza di un numero limitato di profughi.