Il Comune dichiara guerra alla Regione: “Il Pit è incostituzionale” (Guarda il video)
L’assessore Gianni Cenni la definisce una puntura di anestetico per paralizzare la giunta di centrodestra nei restanti tre anni di legislatura; il sindaco Roberto Cenni la bolla come l’ennesima persecuzione nei confronti di Prato. Nel mirino dell’amministrazione comunale c’è l’adozione della variante del Pit da parte della giunta regionale. Un atto che finora ha fatto discutere soprattutto per l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze (e che deve essere discusso e approvato in consiglio regionale), ma che prevede anche vincoli incompatibili con le scelte urbanistiche del Comune. In particolare la variante al Pit ha aggiunto unilateralmente altri 800 ettari di terreno agricolo (oltre ai 2000 già concordati con il Comune) da salvaguardare per essere inseriti nel Parco della Piana.
“Il Comune di Prato è quello che più contribuisce al Parco della Piana, avendo messo a disposizione terreni, per di più pianeggianti, in misura molto maggiore rispetto agli altri Comuni – afferma il sindaco Roberto Cenni –. La Regione, violando le nostre competenze e gli accordi presi, ha esteso ulteriormente le aree di salvaguardia, comprendendo terreni destinati all’edilizia sociale (come nel caso dell’area Ex Salvi – Cristiani) e terreni fondamentali per la riqualificazione di aree degradate come il Macrolotto Zero. Questo è l’ennesimo atto persecutorio nei confronti di Prato da parte della Regione, che sta facendo un uso politico delle istituzioni”.
Assieme al sindaco, in conferenza stampa, c’erano esponenti di tutti i partiti della maggioranza, che hanno sostenuto la delibera di giunta con la quale il Comune ha diffidato la Regione, riservandosi tutte le azioni, compresa quella giurisdizionale, per tutelare le proprie funzioni. “Da parte nostra c’è indignazione istituzionale per un atto che ha violato la Costituzione e i principi di sussidiarietà – ha aggiunto l’assessore all’urbanistica Gianni Cenni – bloccando in maniera indebita la nostra programmazione, in un settore nevralgico come il governo del territorio”.
Le risposte arrivate dalla Regione, che informalmente si è detta disponibile a modificare eventuali errori, non ha soddisfatto il sindaco. “Ottocento ettari in più non possono essere un errore – spiega Roberto Cenni -. E non siamo disposti a contrattare sui singoli appezzamenti di terreno. Chiediamo che la Regione torni a considerare le carte che avevamo concordato in due diversi incontri nel luglio e nel dicembre scorso”.