Il Comune di Prato dice no ai profughi. Infiamma la polemica
“Prato è già la Lampedusa della terra ferma”. l’assessore comunale all’integrazione Giorgio Silli e il parlamentare pratese Riccardo Mazzoni hanno usato un’immagine forte per affermare che la città non può accogliere profughi ed immigrati libici. In una lettera indirizzata al ministro Maroni i due esponenti del Pdl hanno chiesto di non ricevere altri flussi migratori, dopo che il presidente della Toscana Rossi, come altre Regioni, ha dato al ministro degli Interni la disponibilità a ospitare 3.500 profughi. “Prato si sta dando molto da fare per le politiche di integrazione e accoglienza al fine di armonizzare l’imponente fenomeno migratorio – afferma Silli -. Adesso non siamo nella condizione di accogliere nessun altro. Spero che il ministro ascolti il nostro appello e spero che lo stessso Rossi vorrà convocare le città capoluogo per decidere come distribuirre questi profughi”. L’assessore Silli chiede anche una revisione della convenzione di Dublino per poter distribuire i profughi dell’emergenza umanitaria in tutti i paesi europei e non soltanto in quelli di prima accoglienza.
Sulla posizione del Comune di Prato si è aperta la polemica politica. L’espressione di “Prato Lampedusa della Terraferma” non è piaciuta all’assessore provinciale Idv Loredana Ferrara che parla di “irresponsabilità e leggerezza nel diffondere un’immagine estrema e negativa della città”. Critico anche il responsabile delle politiche di convivenza del Pd Massimo Logli: “Non siamo in campagna elettorale, ma di fronte a un dramma che riguarda migliaia di persone. Silli e Mazzoni la smettano di fare propaganda e si rivolgano al governo non per ostacolare l’impegno della Regione, ma affinché si adoperi sul serio per dare risposte ai problemi dell’accoglienza e dell’integrazione degli immigrati a Prato. Il governatore Rossi non ha annunciato l’arrivo di profughi a Prato – continua Logli – ma ha detto, come appare logico, che concerterà l’accoglienza con i presidenti delle Province e con i sindaci”.