Torna domani a Vernio la festa della Polenta, nella sua 435a rievocazione storica. Qualche incertezza per il tempo (minaccia pioggia), ma a Vernio non ci si scoraggia e tutto è pronto per la manifestazione, una delle più partecipate – tradizionalmente – nel nostro territorio.
Il programma prevede alle 9,30, da via Camaldoli a Mercatale di Vernio, la partenza del Corteggio storico. Alle 11,30, a San Quirico di Vernio, si tiene la cerimonia della Lettura della Storica Pergamena, l’omaggio della polenta dolce alle autorità e la distribuzione a tutti di polenta, aringhe e baccalà. Nel pomeriggio, dalle 14,30, la distribuzione di polenta, aringhe e baccalà al popolo ed esibizione dei gruppi storici.
La manifestazione è organizzata dal Comune di Vernio, dalla Provincia di Prato e dalla Regione Toscana, in collaborazione con la Comunità Montana Valdibisenzio.
Ogni anno, la prima domenica di Quaresima, si svolge a Vernio la rievocazione storica, nota come “Festa della polenta” o “Pulendina”. L’origine di questa festa si perde nella notte dei tempi e si colloca al confine tra storia e leggenda. La trascrizione popolare tramanda che nel XVI secolo la popolazione del luogo, spogliata di ogni avere a seguito del transito di truppe mercenarie provenienti da Barberino che si spostavano in direzione di Prato, cadde in una miseria così profonda da indurre sentimenti di pietà nei conti Bardi, signori e feudatari della Contea che, durante un giorno delle Ceneri di non meglio precisata data, ordinarono una distribuzione straordinaria di polenta dolce, aringhe e baccalà.
Ancora oggi per rievocare le gesta magnanime dei conti Bardi si provvede alla distribuzione delle medesime pietanze che un tempo sfamarono la popolazione del luogo. Durante la festa, celebrata puntualmente ogni anno la prima Domenica dopo le Ceneri, esperti “polendai” scodellano paioli e paioli di genuina polenta di farina di castagne che viene offerta insieme alle aringhe e al baccalà a tutti i presenti dai rappresentanti della Società della Miseria che da sempre ripropone la tradizione.