“Qualunque cosa succeda”, la storia di Giorgio Ambrosoli in un libro scritto dal figlio Umberto
E’ la storia di Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della banca privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979. A raccontarla, a trent’anni di distanza, il figlio Umberto, allora bambino, che attinge a ricordi personali, familiari, di amici e collaboratori, alle agende del padre, alle carte processuali e ad alcuni filmati dell’archivio RAI. Ne è nato un libro, dal titolo “Qualunque cosa succeda”, che lo stesso autore, Umberto Ambrosoli, presenterà a Prato mercoledì 2 febbraio nel salone consiliare della Provincia (alle ore 16), nel corso di una seduta aperta del Consiglio stesso, insieme al presidente della Provincia Lamberto Gestri, all’assessore al Sociale e alla Legalità della Provincia Loredana Ferrara, al presidente del Consiglio provinciale Giuseppe Maroso e a Vanna Van Straten, referente regionale di Libera Toscana. L’iniziativa infatti è patrocinata dalla Provincia con la collaborazione dell’associazione Libera di Prato. La giornata di Umberto Ambrosoli a Prato comincerà però alle 11, quando sarà protagonista dell’incontro, ospitato nella scuola, con gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico Copernico.
“La figura di Ambrosoli deve essere un punto di riferimento, quanto mai attuale, in tempi confusi come quelli che stiamo vivendo – spiega con calore l’assessore Ferrara – Un eroe, certo, ma soprattutto un esempio di come si possa mettersi al servizio del proprio paese dimenticando anche se stessi”.
“Quel colpo sparato ad Ambrosoli era destinato al cuore dello Stato, inscrivendosi l’episodio in un clima inquietante e torbido di intrecci tra malavita e forze eversive che puntavano alle istituzioni con un disegno destabilizzante non dissimile nei suoi esiti a quello perseguito dal terrorismo, dalla lotta armata”, dice Carlo Azeglio Ciampi nella prefazione al libro, che illumina il carattere esemplare delle scelte di Ambrosoli, la sua coerenza agli ideali di libertà e responsabilità e insieme sottolinea il valore positivo di una storia ancora straordinariamente attuale.
Sullo sfondo del racconto del figlio Umberto c’è infatti la storia d’Italia in un periodo drammatico. Ambrosoli aveva scritto alla moglie: “Pagherò a caro prezzo l’incarico, lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo”. La figura e la storia di Giorgio Ambrosoli sono stati consegnati alla memoria da un bellissimo libro di Corrado Staiano, ‘Un eroe borghese’, e dal film omonimo di Michele Placido.
Umberto Ambrosoli è nato nel 1971 e aveva sette anni quando suo padre fu ucciso. E’ avvocato penalista a Milano ed è il più giovane dei tre figli di Giorgio. Da anni è impegnato a valorizzare e attualizzare la storia del padre partecipando a incontri nelle scuole di tutta Italia a convegni e iniziative pubbliche e editoriali.