Se il 2010 è servito soprattutto ad attirare l’attenzione del governo nazionale sui problemi della città – vedi i 25 milioni di euro stanziati per l’emergenza lavorativa e l’istituzione del tavolo tecnico presiduto dal ministro Maroni – il nuovo anno vedrà l’amministrazione comunale impegnata soprattutto su due fronti: un nuovo piano di edilizia popolare ed interventi di riqualificazione della città. A Prato gli alloggi popolari sono 1.400, pochi se paragonati agli 11 mila di Livorno e ai circa 6mila di Pistoia. Con nuovi sfratti che incombono, il Comune sta pensando a nuove azioni per rispondere all’emergenza abitativa.
Sul fronte della riqualificazione della città, il sindaco Cenni ha ricordato alcuni progetti in ponte: la risistemazione di piazza S. Maria delle Carceri, il recupero del Bastione delle Forche e il proseguimento della riqualificazione delle mura antiche lungo via Pomeria. C’è poi il completamento dei lavori di Palazzo Pretorio con la conseguente riapertura del Museo Civico. Il primo cittadino ha assicurato il massimo impegno della giunta per accelerare il completamento dei lavori, perché “non ci possiamo permettere il lusso di tenere il Museo Civico chiuso per così tanti anni” ha affermato Cenni.. Fra i progetti a medio-lungo termine, la riqualificazione dell’attuale area ospedaliera che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale dovrebbe diventare una nuova porta di accesso al centro storico.
Cenni si è poi soffermato sulla questione delle partecipate, rilanciando il progetto di una multiutility toscana capace di concorrere in un mercato ormai privatizzato. Il sindaco ha invitato i vari comuni soci, in particolare di Consiag, a mettere da parte i singoli interessi. Cenni si è detto disponibile al dialogo, non escludendo però – come ultima ratio – la vendita della quota detenuta dal Comune di Prato ad altri enti pubblici, nel caso in cui dovessere persistere un clima di ottusità e chiusura nei confronti dell’amministrazione comunale.
Fino dal suo insediamento la giunta Cenni ha puntato molto sulla sicurezza e il contrasto all’illegalità. Quest’anno (i dati si fermano all’11 dicembre scorso), le imprese cinesi controllate sono state 302, il 30% in più del 2009 per un totale di 142 immobili e 267 ditte sequestrate. Un’azione che nel 2011 verrà ulteriormente intensificata.