Tragedia via Ciulli, in arrivo i primi avvisi di garanzia. L’ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo
C’è voluto un mese esatto da quella notte di fango e acqua che allagò il sottopasso di via Ciulli provocando la morte delle tre donne cinesi perché la Procura della Repubblica stringesse il cerchio intorno agli indagabili per il reato di omicidio colposo plurimo. Ancora non si fanno nomi, ma si indicano sei soggetti dietro cui verificare l’ipotesi di reato colposo omissivo o commissivo. Nella lista ci sono le Ferrovie dello stato; i costruttori del sottopasso; il Comune di Prato, demandato alla manutenzione del torrente Vella; poi Asm a cui invece spettava la manutenzione del sottopasso; il Genio civile regionale e provinciale. Tra qualche giorno scatterà la notifica dell’avviso di garanzia e una decina di persone verranno iscritte nel registro degli indagati. Due le piste al vaglio degli inquirenti, che si muovono sulla base degli esiti della consulenza affidata al prof. Valerio Milano, vicedirettore del dipartimento di ingegneria civile dell’università di Pisa.
La prima, che quel sottopasso non dovesse essere scavato in quel punto; la seconda: che, con una manutenzione corretta, il disastro sarebbe stato evitabile. Spetterà al consulente tecnico verificare i casi concreti, e individuare le responsabilità di chi gestiva all’epoca. Intanto oggi il procuratore capo Piero Tony ha spiegato che al centro dell’ipotesi accusatoria ci sono «comportamenti fortemente colposi e condotte autonome e indipendenti che hanno portato all’omicidio plurimo».