23 Novembre 2010

Il M.E.D.I.C. discute di Etica e Crocifisso


Relatori di spessore, del circuito nazionale e internazionale del mondo politico e religioso si danno appuntamento per discutere di “Etica e Crocifisso” sabato 27 novembre dalle 10 al Teatro del Convitto Cicognini di Prato. E’ il primo convegno regionale del Medic (Movimento Etico per la Difesa Internazionale del Crocifisso), dopo il varo romano. Un Movimento assolutamente apolitico e trasversale e ha come scopo quello di contribuire ad arginare la deriva laicista, che sta attanagliando il mondo, minando l’appartenenza e le radici stesse della nostra civiltà occidentale. Non è il crocifisso a fare un buon cristiano, ma la rimozione forzata di quel simbolo, dalle nostre coscienze prima che dalle nostre pareti, rappresenta un atto di forza contro la grande anima spirituale dell’Europa. Il M.E.D.I.C., infatti, è stato presentato ufficialmente a Roma lo scorso 2 luglio, nel corso di una attesissima conferenza stampa a ridosso della pronuncia della Grande Chambre sulla questione della esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. «Nati Sotto il Segno della Croce, il Crocifisso: crocevia della Storia» il titolo di quell’incontro che puntava a richiamare l’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica verso il valore del Crocifisso come simbolo di fede universale, immagine stessa della libertà religiosa e di un Credo che favorisce il dialogo con le altre Chiese e confessioni religiose, nella direzione della solidarietà e dell’accoglienza.
Al convegno toscano prenderanno parte, tra gli altri, l’assessore alle politiche migratorie del Comune di Prato, Giorgio Silli, il fondatore e ispiratore del Medic, l’arch. Roberto Mezzaroma, Mons. Charles Vella, Padre Anthony Elenjimittam, On. Riccardo Mazzoni.
L’incontro si concluderà con una tavola rotonda, moderata da Piero Ceccatelli, caporedattore de La Nazione Prato, alla quale parteciperanno esponenti delle varie comunità cristiane e cattoliche di quella che è la seconda città della Toscana. L’arch. Mezzaroma porterà il suo saluto come fondatore del movimento che mira a sensibilizzare gli spiriti liberi di ogni Continente, al valore di un simbolo che rinvia ad un atto di amore, quello del Cristo che ha invitato ad amare i nemici, messaggio di solidarietà e di inclusione di cui abbiamo estremo bisogno soprattutto oggi che ci troviamo ad accogliere nuovi flussi migratori. “Noi che siamo nati sotto il segno della Croce – ha commentato Mezzaroma – non possiamo restare inermi mentre il mondo va alla deriva. Il mio auspicio è quello di contribuire a trasformare questo “sentire” popolare in un fiume in piena che travolga e risvegli l’opinione pubblica e le istituzioni democratiche. Per far questo è necessaria una risposta sollecita da parte di tutte le altre regioni italiane”.
L’incontro è aperto a quanti sentano questa responsabilità civica e spirituale nei confronti delle nuove generazioni, contro ogni tentativo di rapina delle nostre radici, del nostro credo, della nostra cultura, per rileggersi, per confrontarsi, per costruire una Europa dei popoli nel segno della pace e della condivisione.