Muoversi fa bene. A qualsiasi età, ma soprattutto quando si è anziani, e si tende invece a una vita sedentaria. Il movimento aiuta a mantenersi in salute, a prevenire e rallentare le patologie croniche come artrosi, osteoporosi, Parkinson, ictus. Per questo la Regione Toscana propone ai suoi cittadini ultrasessantacinquenni l’Afa, Attività fisica adattata: esercizi svolti in gruppo, con la guida di istruttori qualificati.
«La speranza di vita si allunga costantemente – ha detto l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, aprendo i lavori del convegno – Oggi in Toscana è di 84 anni per le donne e 79 per gli uomini. Ma a fronte di una maggior attesa di vita, l’invecchiamento della popolazione lancia nuove sfide: dobbiamo quindi essere in grado di garantire la miglior salute possibile, prevenendo e rallentando le patologie croniche. In Toscana – ha proseguito Scaramuccia – abbiamo scelto di spostare l’attenzione dalla sanità di attesa, che aspetta il cittadino sulla porta dell’ambulatorio o dell’ospedale, quando già la malattia si è presentata, alla “sanità d’iniziativa”, che va incontro al cittadino prima che la malattia si manifesti o si aggravi, in modo tale da prevenirla o rallentarne il decorso».
In cinque anni di Afa, in Toscana oltre 15.000 persone hanno partecipato a quasi 1.000 corsi tenuti da esperti in tutta la regione. E 9 utenti su 10 si sono dichiarati soddisfatti: lo ha rivelato uno studio condotto dalle Asl di Pisa, Empoli, Prato, Siena. Durante i cinque anni di sperimentazione, l’Afa è stata controllata attentamente dalla Regione, che ha valutato sicurezza ed efficacia dei programmi di esercizio, in collaborazione con Università di Firenze, Istituto Superiore di Sanità e i National Institutes of Health statunitensi. Ed è stato verificato che l’Afa: è sicura anche per soggetti molto anziani e fragili; migliora il mal di schiena ed altre conduizioni dolorose dovute alla scarsa attività motoria; migliora il movimento e il cammino; riduce l’isolamento sociale; migliora l’umore dei partecipanti.
Per diventare attività di massa, l’Afa deve avere costi contenuti: il cittadino è chiamato a contribuire con due euro a seduta, più gli oneri assicurativi. Un ruolo fondamentale lo svolgono i medici di famiglia, che possono far conoscere l’Afa ai propri assistiti, e indirizzarli alle strutture in cui si pratica. I riferimenti si possono trovare sui siti di molte Asl.
«Malattie, disabilità e mortalità – ha detto ancora l’assessore Scaramuccia – possono essere prevenute con l’adozione di stili di vita sani, e l’attività fisica è un fattore determinante. In molte malattie croniche, la disabilità è aggravata dalla sedentarietà: un circolo vizioso che può essere corretto con adeguati programmi di attiivtà fisica. Mi auguro che, anche grazie a convegni come quello di oggi, l’Afa possa diventare una pratica sempre più diffusa tra i cittadini toscani».