Per un facoltoso cittadino cinese, arrivato sul posto con autista e limousine, è scattata una nuova denuncia. Il 57enne Y.C., residente a Prato, aveva già subito lo scorso marzo il sequestro del capannone di sua proprietà, affittato ad una ditta di confezioni che operava nella consueta promiscuità tra attività di produzione tessile e dimora, nelle ormai note condizioni di irregolarità e anti igienicità. Dopo il controllo, durante il quale erano stati trovati al lavoro cinqueimmigrati irregolari , era scattata anche l’ordinanza del sindaco Cenni che dichiarava inagibile il fabbricato e ne ordinava lo sgombero fino al ripristino delle condizioni igieniche e di sicurezza degli impianti, ma il proprietario forse auspicando l’assenza di successivi controlli, aveva affittato il laboratorio ad una nuova ditta di confezioni, sempre cinese.
Ieri mattina una pattuglia della squadra edilizia e contrasto al degrado urbano della Polizia Municipale, durante controlli di routine nella zona di Mezzana sul rispetto delle ordinanze disposti dalla responsabile del reparto, Commissario Flora Leoni, ha sorpreso nuovamente al lavoro una cittadina cinese, ignara titolare della ditta, insieme ai suoi lavoranti, che peraltro utilizzavano macchinari per i quali non era stato comunicato l’inizio dell’attività.
Per lei è scattata una sanzione di 400 euro il sequestro delle 20 macchine (necessari ulteriori 600 euro per ottenerne il dissequestro). Per il proprietario una denuncia penale per non aver rispettato l’ordine legittimamente imposto dal Sindaco ed un nuovo sequestro penale di tutto il fabbricato.
I controlli sul rispetto delle ordinanze del Sindaco hanno già portato a 4 sequestri penali e continueranno a tappeto, anche grazie al rafforzamento dell’unità edilizia recentemente realizzato con il raddoppio degli operatori.
Per l’assessore alla sicurezza, Aldo Milone, «c’è qualche furbo, in questo caso un cittadino cinese, che ha cercato di affittare un immobile colpito da ordinanza di inagibilità del sindaco Cenni. La Polizia Municipale, sempre attenta nei controlli di questi immobili, ha prontamente provveduto al sequestro. Ciò dimostra che sono fin troppi i furbi, come nel caso del maxi sequestro del centro benessere, e che un numero straordinario di imprenditori cinesi a Prato continua a non voler rispettare alcuna delle nostre leggi, primo passo fondamentale per consentire una reale integrazione. Di fronte al persistere di questo stato di cose, anche i buoni propositi della giunta per favorire l’integrazione rischiano di essere vanificati».