Doposcuola Romero, dove studia e cresce insieme la Prato del futuro VIDEO
In una stanza del centro civico Ventrone al Villaggio si costruisce la Prato di oggi, ma anche quella di domani. Qui tutti i mercoledì e i venerdì pomeriggio c’è il doposcuola Romero, «dedicato al Vescovo che aveva a cuore gli ultimi», dice la responsabile del progetto Sandra Mugnaioni. Due volte a settimana insegnanti in pensione e giovani universitari dedicano un po’ del loro tempo ad aiutare ragazzi e ragazze delle medie e della prima superiore a fare i compiti.
In quella stanza al piano terra in via delle Gardenie gli studenti parlano tutti in italiano ma una volta tornati a casa la lingua usata in famiglia è il cinese, il bengalese, il pakistano, il marocchino e l’indiano. «Non è facile seguire tanti ragazzi che parlano lingue diverse e che studiano materie diverse, ma posso dire che è molto stimolante e anche arricchente, soprattutto per noi animatori», dice Edoardo Ibba, 23 anni, studente di relazioni internazionali a Firenze e tutor al doposcuola Romero. Poi c’è Abdullah, venti anni, nato in Pakistan ma cresciuto a Prato, che sta aiutando un bambino nigeriano a fare gli esercizi di matematica. A un altro tavolo, Lucia Pieri, ex docente di tecnologia tessile al Buzzi, siede accanto a due ragazzine che stanno ripassando la lezione per il giorno dopo. Con lei anche gli insegnanti in pensione Paola Ballerini e Lorenzo Sciacca.
L’iniziativa è nata lo scorso anno per volontà dell’associazione Polis, di cui Mugnaioni è vice presidente. I ragazzi sono segnalati dal vicino istituto Don Milani ma la partecipazione è aperta a tutti gli studenti interessati. «Lanciamo un appello a tutte le persone che volessero darci una mano, i bambini da seguire sono tanti e c’è bisogno di qualcuno che li segua nel fare i compiti. Non importa essere stati insegnanti per farlo, basta avere un po’ di pazienza e buona volontà», conclude Mugnaioni.