La procura è decisa a chiedere la sospensione dell’esecuzione della sentenza che prevede la restituzione dei beni confiscati dalla guardia di finanza alle famiglie di etnia rom Halilovic e Ahmetovic.
La legge prevede infatti la possibilità di impugnare la sentenza entro dieci giorni.
I beni, per un valore complessivo di quasi 2 milioni e mezzo, erano stati sequestrati in base alla normativa che prevede sequestri patrimoniali preventivi anche nei confronti di soggetti ritenuti socialmente pericolosi che abbiano accumulato ricchezze sproporzionate rispetto al reddito dichiarato al fisco.
I giudici del tribunale di Prato però non hanno ritenuto sufficienti le motivazioni, riscontrando la mancanza di correlazione temporale tra l’acquisizione dei beni confiscati e il periodo in cui si è manifestata la pericolosità sociale.
In pratica i reati per cui alcuni dei componenti delle due famiglie sono stati condannati sarebbero precedenti nel tempo all’acquisto dei beni in questione e quindi – per i giudici del tribunale – non riconducibili a proventi illeciti.
Adesso la contromossa della Procura. Sulla decisione del tribunale di respingere la richiesta di confisca si era espressa anche la Lega: “Non riusciamo a trovare una risposta degna di logica a questa sentenza – ha detto la segretaria provinciale Patrizia Ovattoni – in barba a chi ne ha veramente bisogno queste persone con patrimonio da milioni di euro hanno ricevuto degli aiuti sociali, una vergogna di cui l’amministrazione comunale se ne dovrebbe assumere la responsabilità” ha aggiunto Ovattoni.
“Questa sentenza lascia tanto amaro in bocca a tutti quei cittadini onesti che ogni giorno sbarcano il lunario con tante difficoltà. Spero che venga capovolta in appello.” ha chiosato Aldo Milone di Prato libera e sicura.