4 Ottobre 2017

Sequestrati beni per 1,5 mln di euro a un imprenditore cinese: per anni ha dichiarato di non avere alcun reddito VIDEO


Sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia di Firenze beni per 1,5 milioni di euro ad un imprenditore tessile cinese di 38 anni, C.Y., residente a Carmignano, ma che di fatto viveva e lavorava a Prato. Il provvedimento, emesso dal tribunale di Prato su richiesta della Dia, fa seguito a indagini che hanno permesso di accertare una sproporzione tra il tenore di vita e il patrimonio posseduto dall’uomo rispetto ai redditi dichiarati al fisco dal suo nucleo familiare, per alcuni anni anche pari a zero. I sigilli sono scattati per una villa nella frazione di Tavola. Sequestrate anche tre auto (tra cui una Mercedes CLA 200 e una Range Rover Evoque), oltre a quote riferite a due società e numerosi conti bancari e disponibilità finanziarie.


Secondo quanto spiegato dalla Dia, nel corso delle indagini l’imprenditore avrebbe tentato di giustificare il suo tenore di vita presentando ricevute di vincite alle slot machine per decine di migliaia di euro, ma il tribunale di Prato non le ha ritenute sufficienti a legittimare la sua ricchezza. L’imprenditore è già noto alle forze dell’ordine. Tra i precedenti una condanna della Corte di appello di Firenze nel 2004, per aver favorito l’immigrazione illegale di numerosi cittadini cinesi, una condanna emessa dal tribunale di Prato nel 2012 per aver gestito bische clandestine all’interno di vari capannoni industriali. Inoltre il 38enne è stato arrestato nel 2012 nell’ambito di un’indagine relativa all’importazione di merce di contrabbando, mediante l’interposizione fittizia di imprese commerciali cosiddette “cartiere”.
La misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Prato, è uno degli strumenti previsti dal “Codice Antimafia” per persone socialmente pericolose che abbiano accumulato ricchezze non giustificabili con attività lecite.
Il 38enne cinese aveva quote in diverse ditte di import-export e pronto moda al Macrolotto di Iolo. Nel 2014 aveva ceduto le proprie quote di una ditta alla moglie, ma gli accertamnenti hanno riguardato l’intero nucleo familiare, scoprendo una sproporzione tra i redditi dichiarati al fisco e il tenore di vita.