Un documentario sulle seconde generazioni di cinesi a Prato, sul loro rapporto con la cultura d’arrivo e con quella di origine, su una identità divisa tra due mondi. “Chinese or Italian”, il documentario della pratese Teresa Paoli, è stato selezionato ai Dig Awards 2016, un importante festival di giornalismo investigativo che ha sede a Riccione. Lì l’opera ha attirato l’interesse della tv franco-tedesca Arte (diffusa simultaneamente in diverse lingue e in diversi stati europei) e della produzione francese UPIAN: nasce così la collaborazione tra la Paoli e il suo staff – che parla tutto pratese – e i produttori internazionali. In particolare, “Chinese or Italian” è andato in onda, in francese e in tedesco, questo sabato nel magazine “Arte reportage” della citata Arte Tv.
L’idea è nata quando la filmaker ha conosciuto l’Associazione d’Amicizia dei Cinesi di Prato, una scuola all’interno di una ex fabbrica dove ogni sabato e domenica più di 1000 bambini italo-cinesi si recano per re-imparare la propria cultura d’origine e la propria lingua. Sono le storie di Elisa, Maria, Andrea e Angelo, che raccontano il loro mondo nell’arco dei sei mesi che separano l’inizio dell’anno scolastico dalla grande festa del Capodanno Cinese. Le riprese sono dunque iniziate l’8 settembre 2016, durante la festa della Madonna, e si sono concluse a marzo 2017.
“A Prato si è parlato di cinesi in termini di lavoro e illegalità – racconta Teresa Paoli – e questa volta ho provato a mettermi dall’altra parte per capire cosa si vede al di là del muro. Non è stato facile per tutti i motivi che chi conosce questa realtà può capire. Ma ne esce uno spaccato della realtà cinese dal punto di vista di questi adolescenti”.
Paoli, che ha mosso i primi passi nella scuola di cinema Anna Magnani a Prato, aspettava di realizzare questo progetto da anni: il montaggio è stato realizzato a Parigi, nella sede di UPIAN, e si sta lavorando ad una versione più lunga del documentario in versione internazionale.
Guarda uno spezzone di “Chinese or Italian”
LS
