Multa alle campane, il vescovo Agostinelli: «Quel suono è identità, non disturbo. Il pensiero di un singolo non prevarichi il sentimento di una comunità» VIDEO
«È per il buon senso – defunto in questa vicenda – che le campane suonano a morto». Il vescovo di Prato Franco Agostinelli affida al settimanale Toscana Oggi il suo commento alla notizia della multa inflitta alla parrocchia di San Pietro a Galciana per il rintocco delle campane.
Il Vescovo non entra nel merito del provvedimento dell’Arpat da un punto di vista giuridico, ma allo stesso tempo si chiede se «il pensiero di un singolo cittadino possa prevaricare il sentimento di una comunità intera, o perlomeno della sua maggioranza».
«Alla mezzanotte del 24 dicembre le campane di tutte le nostre chiese – sottolinea Agostinelli – suoneranno a distesa per annunciare la nascita di Gesù. Non a caso la campana è da sempre simbolo di festa e icona anche del Natale. Prima ancora è simbolo, con il campanile che la conserva e la fa funzionare, dell’identità di una comunità, identità civile oltre che ecclesiale. Pensare – afferma il presule – che questo strumento passi dall’identità al disturbo di una comunità lascia sgomenti. Le nostre città e anche le frazioni sono sommerse ogni giorno da rumori di ogni tipo, giorno e notte. Possibile che a dar noia sia un campanile?».
Tornando alla vicenda, il parroco di San Pietro don Luca Rosati ha già fatto sapere di voler onorare la sanzione di 1032 euro comminata dall’Arpat a seguito dell’esposto di un cittadino residente a circa trecento metri dalla chiesa. Il sacerdote ha annunciato che intende silenziare le campane dal 7 gennaio, il giorno dopo l’epifania, e di volerle utilizzare soltanto nei giorni festivi per richiamare i fedeli alle funzioni.
Intanto a Galciana i cittadini stanno raccogliendo firme per chiedere al sindaco Biffoni di annullare la multa. Il promotore della petizione è Giovanni Mosca, già presidente della circoscrizione ovest, oggi consigliere del primo cittadino sul tema della valorizzazione delle frazioni. Secondo Mosca il suono delle campane non può essere considerato alla stregua di una attività produttiva, rumorosa e dannosa, ma «l’espressione di una manifestazione di appartenenza ad una comunità». La raccolta è iniziata domenica sul sagrato della pieve di San Pietro al termine delle celebrazioni festive e sta proseguendo in questi giorni. I modelli per apporre le sottoscrizioni alla petizione sono stati distribuiti alla Conad di Maliseti, presso il circolo Arci Renzo Degli Innocenti, alla Misericordia di Galciana e alla pasticceria Nanni. I promotori fanno sapere di aver superato il migliaio di firme.
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