6 Dicembre 2013

Nuovo Ospedale, ancora una bocciatura dai medici. E Forza Italia attacca: “Salvaguardare il diritto alla salute di tutti”


Migliorare la sanità a Prato, di fronte ad un nuovo ospedale che appare già insufficiente a poche settimane dall’apertura, ed interrogarsi sulle possibilità di utilizzo di quello vecchio: era questo l’obiettivo del convegno “Dal Dolce… alla frutta? – Vecchio e nuovo ospedale”, tenutosi ieri pomeriggio nel Salone municipale, organizzato dal Gruppo Consiliare del Pdl. Sono intervenuti il senatore del Pdl Riccardo Mazzoni, il presidente dell’Ordine dei Medici di Prato Luigi Biancalani, il vicesindaco Goffredo Borchi, l’assessore alla Salute del Comune Dante Mondanelli, il presidente EPP Prato Federico Mazzoni e il consigliere comunale Pdl Enrico Albini.
I lavori del convegno, moderato dal capogruppo Pdl in Consiglio Roberto Baldi, sono stati aperti dal vicesindaco Goffredo Borchi di fronte ad un folto pubblico: «E’ necessario che al più presto il territorio venga dotato di quelle strutture di supporto che erano state pensate dal modello sanitario imposto dalla Regione a completamento del nuovo ospedale. Senza questi presidi le difficoltà sono già evidenti e sotto gli occhi dell’Asl. Sul vecchio ospedale invece l’appello è a pensare bene alle opportunità d’uso che offre prima di smantellare tutto: potrebbe ospitare ad esempio, almeno in parte, gli alloggi e la mensa universitaria per le quattro università presenti a Prato, mentre in un’altra parte potrebbero dislocarsi le cure per i malati cronici, dato che l’ospedale si occupa solo degli acuti». Tante le criticità messe in luce dal presidente dell’Ordine dei Medici di Prato Luigi Biancalani, a partire dalla mancanza di spazi e di privacy in vari settori come il Pronto Soccorso, la Radiologia e l’Unità Coronarica, dove i letti (e in certi casi i bagni) sono divisi solo da delle tendine per risparmiare posto, per arrivare allo “sparpagliamento” delle funzioni: il poliambulatorio è al Giovannini, 12 letti per le cure intermedie in uscita dall’ospedale sono nella vecchia struttura delle malattie infettive – mentre mancano quelli in entrata -, 12 letti per la fisiatria sono a Villa Fiorita e nel vecchio ospedale rimangono inoltre diabetologia, urologia, reumatologia, proctologia e qualche altra unità ora nel nuovo ospedale sarà probabilmente ritrasferita per mancanza di spazi, come ha ipotizzato il dottor Biancalani: «I medici sono impegnati affinchè la situazione migliori, senza alcuna contrapposizione con l’azienda – ha detto – perchè lo spirito è quello di fare proposte per facilitare la situazione. Si può ancora fare molto per correggere certi aspetti». «Non vogliamo fare processi, ma affrontare un tema cruciale per la città come la sanità, – ha confermato il senatore Riccardo Mazzoni, che ha annunciato che il prossimo argomento scandagliato dal Pdl sarà l’immigrazione e la situazione dei cinesi – Bisogna dire però che le disfunzioni dell’ospedale erano già state previste da noi 4 anni fa basandosi su una relazione tecnica stilata da un esperto che ha valutato il bacino di utenza di Prato e provincia. Oltretutto, senza le strutture di supporto sul territorio, usciti dall’ospedale i problemi ricadono sui medici di famiglia, con le conseguenze che si possono immaginare. Anche a Pistoia, dove si trova l’altra struttura gemella, sono sorti gli stessi problemi. Per il bene di tutti è necessario ripensare all’impianto dell’ospedale di Prato». Altrettanto duro il giudizio dell’assessore alle Politiche Sociali Dante Mondanelli: «L’anno scorso durante gli Stati generali della sanità che avevamo convocato, quando si poteva ancora intervenire per correggere la rotta, avevamo denunciato le stesse mancanze di cui stiamo discutendo oggi, ad ospedale inaugurato. Ma se addirittura la Spending review afferma che i letti a disposizione devono essere 3,7 ogni 1.000 abitanti, perchè qui a Prato ne sono stati calcolati 2,4? Ma non è venuto il dubbio a nessuno che forse si stava realizzando una struttura del tutto insufficiente? Non dico che bisogna gettare il bambino con l’acqua sporca, ma è necessario prendere atto delle criticità e trovare delle soluzioni. Sul vecchio ospedale dico affermo invece che costa di più alle casse pubbliche assicurarne la sicurezza così, da vuoto, anzichè ospitarvi dei servizi, in attesa di definire cosa ne sarà».